ROMA (MF-DJ)--Esattamente come il 2021, anche il 2022 si è concluso con la quotazione di un'azienda del lusso. Questa volta si è trattato del conglomerato cinese Lanvin group, ex Fosun fashion group, che ha debuttato al Nyse il 15 dicembre.

Oltre alla maison francese Lanvin, la società controlla anche i brand moda Wolford, Sergio Rossi, Caruso e St.John knits. Lo scorso anno, scrive Milano Finanza, era toccato alla Ermenegildo Zegna, che sempre in dicembre si era unita a una spac di Investindustrial per quotarsi a Wall Street. Nel corso dell'esercizio fiscale che sta per iniziare altre realtà del fashion&luxury potrebbero essere pronte a suonare la campanella. In lizza c'è Prada, già quotata dal 2011 a Hong Kong, dove capitalizza circa 13 miliardi di euro. Lo scorso luglio, nel presentare al mercato i risultati del primo semestre, il presidente Paolo Zannoni ha ventilato la possibilità che dopo Hong Kong il gruppo milanese possa sbarcare anche a Piazza Affari. L'ipotesi circolava da qualche tempo nelle sale operative ed è stata confermata a stretto giro dal patron di Prada, Patrizio Bertelli. Proprio in questo periodo la maison è protagonista di una riorganizzazione ai vertici in vista della successione: Andrea Guerra è stato nominato ceo del gruppo mentre Gianfranco D'Attis guiderà il marchio Prada. «Molte aziende, anche nel lusso, stanno potenzialmente interessandosi a una quotazione per gli anni a venire a fronte di un 2022 relativamente poco movimentato per le ipo», hanno spiegato a Milano Finanza Guia Ricci e Filippo Bianchi, managing director e partner di Bcg-Boston consulting group. I brand che stanno valutando questa strada, spiegano gli esperti, devono tener conto del particolare momento di turbolenza dell'economia globale caratterizzata da incertezza e aumento dell'inflazione. Sebbene il settore sia pensato e disegnato per il consumatore "true luxury" (ovvero chi spende più di 5 mila euro l'anno per prodotti e servizi di lusso), che ha dimostrato in passato di essere molto meno volatile del resto del mercato, va considerato che questo segmento pesa solo per circa due terzi del valore, lasciando il restante terzo alla clientela "aspirazionale" (che spende meno di 5 mila euro l'anno per prodotti e servizi di lusso) con la stessa volatilità degli altri mercati. Proseguendo, anche il gruppo partenopeo Kiton sta studiando l'ipo, benché non sia ancora chiaro dove la società intenda quotarsi.

«Per quanto riguarda la scelta della Borsa su cui puntare, riteniamo di valore considerare l'accesso ai fondi istituzionali che gestiscono grandi asset, accesso che è garantito sia investendo in un listino italiano sia internazionale, come New York», hanno evidenziato gli esperti di Bcg. Anche L Catterton starebbe valutando il debutto in borsa, probabilmente a Parigi. Secondo i media, il fondo che fa capo a Lvmh avrebbe arruolato Goldman Sachs e Morgan Stanley per la fase esplorativa preliminare all'ipo. Lo stesso vale per Renzo Rosso, patron di Otb, che in più occasioni si è detto pronto al grande passo per il gruppo e i suoi marchi. «Nonostante la situazione macroeconomica del 2022, guardando ai titoli principali del lusso e l'andamento degli ultimi cinque anni, troviamo per lo più posizioni rialziste, seppur con qualche eccezione, a dimostrazione della fiducia dei trader nel settore. Tale fiducia risiede in una forte resilienza del comparto, combinata a forti aspettative di crescita previste per i prossimi anni», hanno confermato Ricci e Bianchi.

Un investimento in titoli del lusso è interessante per diversi motivi: copre dall'inflazione, grazie al potere di determinazione dei prezzi a livello dei ricavi e ha profili di crescita e redditività a valutazioni interessanti, dato che il settore scambia sotto il 30% della media dei multipli a 5 anni. Infine, la situazione patrimoniale robusta funge da protezione in contesti di rialzo dei tassi.

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2712:14 dic 2022


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