Lvmh, che spazia dallo champagne Moët & Chandon agli orologi Bulgari, ha detto che le vendite comparabili, al netto dell'effetto cambi, sono salite a 15,51 miliardi nel trimestre.

Il dato è in linea con il consensus degli analisti citato da Barclays, che prevedeva un aumento del 21% delle vendite, dopo l'eccezionale +84% del secondo trimestre.

Rispetto al 2019, prima dell'impatto della pandemia, le vendite alla fine di settembre erano in rialzo dell'11%, ossia lo stesso tasso registrato nel primo semestre.

La divisione moda e pelletteria di Lvmh - la più grande del gruppo, che vale da sola quasi metà delle vendite- ha riportato una crescita del 24%, sostenuta dai marchi storici Louis Vuitton e Dior.

Il settore del lusso è rimbalzato con forza dopo la crisi sanitaria, malgrado non siano ancora pienamente ripartiti i viaggi internazionali, uno dei principali fattori di crescita per il lusso nel mondo pre-pandemico.

"Nel contesto di un'uscita graduale dalla crisi sanitaria, il gruppo è certo che la crescita attuale continuerà", si legge in un comunicato di Lvmh.

(Tradotto da Luca Fratangelo in redazione a Danzica, in redazione a Milano Claudia Cristoferi, luca.fratangelo@thomsonreuters.com, +48587696613)