Sabato è stato annunciato l'accordo di cessione dell'88% di Aspi al consorzio Cdp-Blackstone-Macquarie per una valorizzazione dell'asset di 9,3 miliardi che porterà nelle casse del gruppo di infrastrutture circa 8 miliardi.

Atlantia "ora si propone come una holding strategica di investimento con focus sulle infrastrutture di trasporto e sui macro-trend globali che stanno rivoluzionando il mondo della mobilità", dice l'AD Carlo Bertazzo in una nota.

Il mercato accoglie favorevolmente le notizie su buyback e dividendo e porta il titolo a guadagnare quasi il 5% a fronte di un indice FTSE Mib in lieve calo.

Secondo gli analisti di Bestinver "politica dei dividendi per i prossimi tre anni e buyback sono notizie positive perché accrescono la visibilità sulla remunerazione degli azionisti e dovrebbero incoraggiare un recupero del titolo".

La famiglia Benetton, che ha circa il 30% di Atlantia, in una nota dichiara che non aderirà al buyback e che il suo impegno nella società è immutato.

Atlantia prevede una crescita annua dei dividendi tra il 3 e il 5% per gli esercizi successivi al 2021 e di ripartire la distribuzione in due tranche semestrali con il primo acconto a novembre 2022.

Per ciò che riguarda il buyback invece, il suo lancio è previsto dopo il completamento della cessione di Aspi che non avverrà prima del 30 novembre prossimo ma non oltre il 30 giugno 2022.

Seguendo le linee guida strategiche comunicate il 12 marzo scorso, Atlantia, che sta tenendo una serie di incontri con la comunità finanziaria, punta a destinare le risorse, tra le altre cose, allo sviluppo del portafoglio attuale di asset con opportunità da cogliere nei settori delle concessioni autostradali e aeroportuali, dei sistemi di pagamento e dei servizi alla mobilità.

Promuoverà inoltre un fondo di venture capital aperto a partner per servizi di feeding, coaching e di go-to-market a start up con dotazione a regime di alcune centinaia di milioni di euro.

(in redazione a Milano Gianluca Semeraro, Sabina Suzzi)