L'istituto di credito statale italiano Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e il fondo australiano Macquarie sono pronti ad assicurarsi l'approvazione incondizionata dell'antitrust UE per la loro acquisizione della società di rete a banda larga Open Fiber, hanno detto lunedì fonti vicine alla questione.

Enel e CDP, controllate dallo Stato, hanno attualmente il controllo congiunto di Open Fiber, che era stata creata per installare cavi in fibra ottica per aiutare l'Italia a raggiungere il resto d'Europa.

L'accordo aumenterà la partecipazione di CDP in Open Fiber del 10% al 60%, mentre Macquarie acquisirà il 40%.

La mossa di CDP potrebbe spianare la strada ad un piano da tempo radicato per fondere la rete di Open Fiber con quella di Telecom Italia (TIM).

CDP è il secondo più grande azionista di TIM, dietro la società francese di media Vivendi, che alcuni analisti avevano temuto potesse complicare l'accordo di Open Fiber con il garante della concorrenza UE.

La Commissione europea, che dovrebbe decidere sull'accordo entro il 10 novembre, ha rifiutato di commentare.

Anche Enel, Macquarie e CDP hanno rifiutato di commentare.

Il precedente governo del primo ministro Giuseppe Conte aveva appoggiato il piano della rete unica, che avrebbe evitato di duplicare gli investimenti nell'installazione della fibra.

Tuttavia, alcuni ministri del nuovo governo guidato da Mario Draghi hanno messo in dubbio il piano a causa di questioni normative, dicendo che sono state prese in considerazione anche opzioni alternative, anche se la speculazione su un tie-up è riemersa di recente. (Relazione di Foo Yun Chee a Bruxelles e di Elvira Pollina a Milano, relazione aggiuntiva di Stephen Jewkes a Milano, correzione di David Goodman)