Mediaset : in scena mediazione finale con Vivendi (Sole)
08 dicembre 2020 alle 08:06
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ROMA (MF-DJ)--E' corsa contro il tempo nell'interminabile saga Mediaset-Vivendi per trovare un accordo. Che pero' al momento non solo non c'e', ma e' anche lontano. E rischia di allontanarsi ancora di piu' se la fase di stallo non sara' superata prima che la partita sui risposti nelle aule di tribunale. Ma le lancette corrono inesorabili. E in tutte le analisi e ricostruzioni ascoltate dal Sole 24 Ore, un concetto e' condiviso: quando la parola passera' agli avvocati, addio ai sogni di un'intesa cui vertici delle due aziende e prime linee hanno lavorato da inizio settembre.
Del resto il film, in questo caso, sarebbe gia' visto. Dalla call settembrina fra l'ad Mediaset Pier Silvio Berlusconi e quello di Vivendi Arnaud de Puyfontaine - seguita alla vittoria dei francesi, con la Corte Ue che ha bocciato la normativa italiana che ha portato Vivendi a segregare nel trust Simon un 19,19% della sua quota in Cologno - non si e' giunti ad alcun risultato. E ora e' come se ci si trovasse in uno stato paradossale in cui i due contendenti valutano il fattore tempo un nemico (dell'accordo), ma anche un po' alleato.
Per il 16 dicembre e' fissato un primo redde rationem con l'udienza al Tar sul destino della delibera Agcom che ha portato al congelamento delle quote di Vivendi in Mediaset. L'Avvocatura dello Stato ha chiesto al Tar di rinviare la decisione. La valutazione e' legata all'entrata in vigore (dal 4 dicembre) della norma "salva Mediaset" che prevede un regime transitorio di sei mesi con poteri di istruttoria (fino a sei mesi) dati ad Agcom sulle operazioni sensibili che riguardino soggetti che operino "contemporaneamente" nel mercato di media e tlc, come Vivendi primo azionista in Tim con il 23,9% e secondo in Mediaset (28,8% e 29,9% dei diritti di voto, ma in parte segregati nel trust Simon Fiduciaria). Fino a che l'Agcom non abbia terminato il suo procedimento sul caso, e' meglio non decidere, e' in estrema sintesi la conclusione dell'Avvocatura dello Stato sulla quale Vivendi c'e' da giurare che sia pronta alle barricate facendosi forte della pronuncia positiva della Corte Ue dello scorso 3 settembre.
Agcom nel frattempo ha preparato la delibera 640/2020/CONS per mettersi in pari con le novita' normativa del "salva Mediaset" e con ogni probabilita' nella prossima seduta del Consiglio, prevista il 14 dicembre, dovrebbe avviare l'istruttoria. Il 14 dicembre e' pero' anche la data in cui i legali delle due parti presenteranno le memorie conclusionali sulla causa civile Mediaset-Vivendi per il mancato rispetto del contratto d'acquisto di Premium e "scalata ostile". In ballo ci sono oltre 3 miliardi di risarcimento chiesti ai francesi da Mediaset e Fininvest. Udienza e decisione potrebbero arrivare a gennaio-febbraio.
Almeno tre schemi di accordo sono andati a vuoto. Da allora l'unica cosa ad avvicinarsi e' l'appuntamento in tribunale. Sul quale Mediaset ritiene di avere grandi chance. Il che non equivale a un'immediata entrata di soldi in cassa, ma comunque non e' da trascurare anche se le lungaggini delle procedure giocano evidentemente a favore di Vivendi.
Per i francesi c'e' pero' da considerare dall'altra parte anche il filone penale che vede nel registro degli indagati Vincent Bolloré e Arnaud de Puyfontaine. Questione ben piu' spinosa della causa civile, anche se in questo caso non e' mai arrivato l'avviso di chiusura indagini. Dopo 4 anni resta uno scontro difficile da appianare. In cui il nodo, ora come in passato, finisce per essere quello dei risarcimenti. Per Mediaset e' un passaggio ineludibile. Parigi non ne vuol sentire parlare. In una fase delle trattative un'idea messa sul tavolo era un finanziamento soci per investire in Prosiebensat. Ma Vivendi ha rifiutato considerando non strategica per se' la Tv free. E tutto e' rimasto cosi' com'e'. Con una Mediaset che ha migliorato i conti chiudendo i nove mesi in utile, ma nel frattempo ha la strada sbarrata sull'espansione internazionale mantenendo un solo presidio in Prosiebensat. Anche qui sara' da valutare il fattore tempo.
Mediaset è una gruppo di media organizzata attorno a 3 poli di attività:
- funzionamento dei canali TV: possesso, a fine 2017, di 3 canali generale (Canale 5, Italia 1 et Rete4) e 9 canali tematiche (Boing, Iris, Cartoonito, La 5, Mediaset Extra, Italia 2, TgCom 24, Top Crime e R101TV) in Italia. Il gruppo gestisce inoltre 2 canali generale (Telecinco e Cuatro) e 5 canali tematiche liberi (Divinity, Factoria de Ficcion, Boing, Energy e Be Mad) in Spagna;
- vendita dei diritti audiovisivi;
- funzionamento di stazioni radio;
- altro: attività di pubblicitario, produzione audiovisiva e cinematografica, commercializzazione di prodotti derivati, edizione musicale, edizione di siti Internet, ecc.
Il fatturato per fonte di reddito si suddivide tra vendita di spazi pubblicitari (75,8%), abbonamenti di televisione pagante (16,2%), diritti audiovisivi (1,2%) e altro (6,8%).
La ripartizione geografica del fatturato è la seguente: Italia (72,6%) e Spagna (27,4%).