MILANO (MF-DJ)--Mediaset si prepara a tornare in mani italiane, dovrebbe

essere questo l'aspetto più importante contenuto negli accordi in vista

della pace tra la società del Biscione e il suo primo azionista Vivendi,

che possiede il 28,8%. Che le due società stessero lavorando a un'intesa

per così dire «tombale» che mettesse definitivamente fine alle ostilità

che hanno tenuto banco negli ultimi anni lo aveva anticipato ieri

MF-Milano Finanza.

Ma ci sarebbe molto di più oltre alle rinunce a tutte le pendenze

giuridiche tra le parti. Secondo quanto si sussurra in ambienti finanziari

gli accordi preliminari sarebbero stati messi nero su bianco in un

documento di poche pagine in cui i soggetti che fanno parte degli accordi

sono indicati con le sigle Fi (Fininvest), Mi (Mediaset) e Ve (Vivendi).

Una delle prime ipotesi di lavoro è lo sblocco del dividendo sul 2020, che

in teoria non era previsto. Si starebbe perciò ragionando sulla

distribuzione di 0,3 euro per azione, con Vivendi che a giugno potrebbe

quindi ricevere una cedola per l'intera quota posseduta ossia il 28,8%,

che spannometricamente potrebbe corrispondere a un incasso di circa 100

milioni per il gruppo francese. In parallelo però, i transalpini

potrebbero corrispondere al gruppo del Biscione fino a 25 milioni per

chiudere alcuni contenziosi aperti. Non è finita qui. Gli accordi in

discussione, infatti, prevederebbero anche un impegno da parte di Vivendi

a ridurre progressivamente la partecipazione nel capitale di Mediaset e lo

scenario che si prospetta sarebbe quello della cessione dell'intera quota

detenuta in Simon Fiduciaria, ossia il 19,19%, nell'arco di un periodo di

5 anni. Alcuni dettagli sarebbero ancora definire, ma è possibile che

Fininvest si garantisca una qualche forma di prelazione o di gradimento

sulla cessione delle quote da parte di Vivendi. L'azionista di riferimento

di Mediaset al momento possiede il 41,2% (ma il 44,2% dei diritti di voto)

e quindi è anche possibile che ulteriori acquisti dovranno passare al

vaglio dell'autorità di borsa.

Ma questi, come detto, sono i dettagli, mentre la sostanza riguarda la

volontà sempre più chiara di appianare tutte le divergenze tra le parti.

Una fine delle ostilità che ovviamente a fronte della riduzione della

quota di Vivendi (che resterebbe al 9,6%) sarebbe più semplice da varare.

I tempi? C'è chi giura che siano strettissimi, con una firma definitiva

prevista addirittura entro il 30 aprile, con successivo passaggio anche

per un board di Vivendi. Che la pace sia la strada scelta dalle parti, lo

ha in qualche modo confermato anche il cfo di Mediaset, Marco Giordani,

intervistato ieri da Class Cnbc. «Credo l'azienda debba guardare al valore

di tutti gli azionisti», ha spiegato il manager. L'obiettivo ora «è

cercare di eliminare gli aspetti che abbiamo capito non fossero graditi

agli azionisti guardando al futuro di Mediaset. Con questo approccio si

può creare valore». Giordani non ha confermato la chiusura delle

trattative e anzi ha messo le mani avanti («Più volte in passato i legali

avevano intravisto possibilità di trovare soluzioni o transazioni e poi

non se n'è fatto nulla»), ma è evidente il tentativo di appianare tutte le

divergenze, anche visti i temi all'ordine del giorno delle prossime

assemblee convocate dalla società. Il 27 maggio infatti i soci

discuteranno dell'introduzione del voto maggiorato. «Le assemblee

confermano l'obiettivo di andare a eliminare ogni tipo di litigio o di

contestazione», ha sottolineato Giordani a Class Cnbc. Sapevamo, ha

aggiunto «che alcuni soci non avevano gradito l'introduzione del voto

multiplo e per questo riportiamo il tema in assemblea. In quell'occasione

Vivendi avrà la possibilità di esprimersi contro questa modalità».

fch

(END) Dow Jones Newswires

April 29, 2021 02:47 ET (06:47 GMT)