MILANO (MF-DJ)--La settimana scorsa la società Technoprobe ha iniziato il roadshow per presentare la maggiore quotazione sul segmento delle piccole imprese di Piazza Affari, che dovrebbe aver luogo verso metà febbraio. I due advisor dell'operazione, Mediobanca e Intesa Sanpaolo, contano di portare a Piazza Affari questa società di Cernusco Lombardone (Lecco), guidata dall'ad Stefano Felici, che ha circa un terzo del mercato delle schede sonda (probe card) per effettuare il test di funzionamento dei chip, con un'operazione di vendita del 20% delle quote in capo alla famiglia Crippa, riunita attorno al fondatore Giuseppe.

Si tratta di raccogliere 700-800 milioni di euro per raggiungere una capitalizzazione di circa 4 miliardi, quasi la metà di quanto vale l'intero segmento Euronext Growth Milan (l'ex Aim), ovvero 10,7 miliardi. Quello che ha colpito diversi operatori di mercato è la scelta di quotare un gigante nella casa delle pmi quando sarebbe stato logico accedere al mercato principale subito e non fra 18-24 mesi come previsto dai collocatori. Pare che il suggerimento sia arrivato da Borsa Italiana, nel timore che la società scegliesse Wall Street come ha fatto Zegna. L'azienda di Lecco ha già i bilanci in ordine secondo la normativa internazionale Ias e conta un membro indipendente nel board di cinque persone (saliranno a due con l'approvazione dei conti 2021), in linea con gli standard per un'ipo sul segmento principale. Si teme però che diversi fondi, con una partecipazione già vicina al limite massimo del 10% previsto da Banca d'Italia nelle società non quotate (così è definito il segmento Egm, anche se le contrattazioni ci sono eccome), pur di partecipare all'ipo saranno costrette nelle prossime settimane a vendere altre partecipazioni in portafoglio generando ribassi sul mercato.

fch


(END) Dow Jones Newswires

January 28, 2022 03:06 ET (08:06 GMT)