MILANO (MF-DJ)--Che Leonardo Del Vecchio, scomparso oggi a 87 anni, fosse un grande imprenditore era risaputo anche fuori dal mondo della finanza e dell'economia. Meno conosciuto è il suo lato filantropico. "Voglio restitiuire all'Italia quello che il Paese mi ha dato", diceva spesso.

Orfano di padre, Del Vecchio passerà diversi anni della sua gioventù, quelli diciamo formativi, presso i Martinitt, storica istituzione assistenziale milanese per i bambini orfani o abbandonati. Questa esperienza lo porterà negli anni, quelli del successo, ad avere sempre uno sguardo e un gesto per i più deboli. Del Vecchio non amava parlare e sbandierare la sua beneficenza ma difficilmente le sue azioni rimanevano sottotraccia.

Anche recentemente, con l'emergenza Covid, Del Vecchio non si era tirato indietro facendo arrivare all'ospedale che si costruiva in Fiera a Milano, per affrontare le prime drammatiche ondate del virus, sei respiratori. Il giorno dopo aveva versato sul conto corrente di Fiera Milano con Cariplo 10 milioni di euro. Denaro personale, non di Luxottica, come presidente della Fondazione Del Vecchio. Ovviamente l'imprenditore non aveva dimenticato il Veneto, la terra che lo aveva accolto e da dove era partita l'avventura Luxottica. Quando aveva annunciato la nascita della Fondazione Del Vecchio aveva precisato che l'istituzione nasceva per promuovere "senza scopo di lucro attività benefiche per restituire al Paese tutto quanto di bene e bello mi ha voluto donare".

Non solo però beneficenza in senso stretto, Del Vecchio ha fatto di Luxottica uno dei principali esempi italiani di welfare aziendale e, per contrastare l'emergenza Covid aveva voluto integrare lo stipendio dei dipendenti decurtando anche quello dei manager, compreso il proprio.

Recentemente aveva poi contribuito al rilancio dell'Ospedale Fatebenefratelli dell'Isola Tiberina a Roma in alleanza con l'amministrazione del patrimonio della sede apostolica e in passato non aveva dimenticato le sue origini offrendo 2 mln di euro per il restauro del Museo dei Martinitt a Milano. Altre iniziative avevano visto protagonista Del Vecchio, ad esempio con Giorgio Armani, in favore della Comunità di Sant'Egidio.

A Del Vecchio però non mancavano, e come poteva essere vista la storia di Luxottica, anche visioni più pragmatiche del fare solo beneficenza fine a se stessa. Come quando decise di lanciarsi nel progetto Ieo di cui la sua Fondazione deteneva oltre il 18%. La Fondazione era nata con una dotazione iniziale di circa 300 milioni di euro e una sovvenzionata a vita di una percentuale degli utili di Delfin, con lo scopo di investire in progetti charity e di sostegno alla ricerca. Il progetto sfumò per l'opposizione del consiglio dello Ieo, fondato da Umberto Veronesi di cui Mediobanca e altre isituzioni sono da sempre finanziatori, che ha lasciato cadere le proposte di Del Vecchio che prevedevano un passaggio dei poteri di gestione. Ai tempi, l'imprenditore di Agordo disse che lo scopo era "dare vita a un campus di ricerca e cura a Milano in linea con le più avanzate esperienze internazionali, attento ai talenti, all'indipendenza della ricerca, ai pazienti e alle loro famiglie, ai giovani, alla città". Una sconfitta, quella sullo Ieo, che è all'origine dei dissidi con Mediobanca.

Allo stesso modo, nel 2016, si rese disponibile a partecipare finanziariamente al salvataggio dell'Ilva "con la volontà di aiutare il Paese e la Puglia, regione alla quale sono affettivamente legato", di fronte a un "piano industriale che abbia possibilità di successo". Ma anche in questo caso la soluzione adottata fu un'altra.

alessandro.mocenni@mfdowjones.it

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2715:16 giu 2022


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