MILANO (MF-DJ)--La Delfin di Leonardo Del Vecchio non potrà spingersi oltre il 19,9% nel capitale di Mediobanca, a meno di non dotarsi di licenza bancaria, operazione certo non semplice anche per l'uomo più ricco d'Italia.
Il responso informale di Francoforte riportato mercoledì 18 maggio da MF-Milano Finanza segna una svolta significativa nello scontro di potere che va avanti da oltre due anni sull'asse Milano-Trieste e che il verdetto inequivocabile dell'assemblea Generali dello scorso 29 aprile non è bastato a fermare. Da un lato le rinnovate tensioni dentro il nuovo board della compagnia, dall'altro gli ulteriori acquisti di Caltagirone nel capitale di Mediobanca, dove è salito dal 3 al 5,5%, hanno confermato che la pace rimane lontana. In questo contesto si inserisce il verdetto della Bce che, se non manda a monte i piani di scalata, certamente pone a Delfin notevoli complicazioni. Tanto più che, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, la Vigilanza Bce potrebbe rivolgere l'attenzione anche alla quota di Caltagirone. L'imprenditore romano - che nella partita Generali ha incassato il convinto appoggio di Del Vecchio - è entrato nella merchant nel febbraio 2021 rastrellando l'1% per poi portarsi al 3% a metà luglio attraverso acquisti sul mercato ed esercizio di opzioni. Con l'ultima operazione la quota si è ulteriormente arrotondata ed è comprensibile che sia finita nel radar del regolatore, sempre molto attento alla governance degli intermediari vigilati.
Mediobanca S.p.A. figura tra i principali gruppi bancari italiani. I ricavi (al lordo delle operazioni infragruppo) per attività sono così dettagliati:
- banca al dettaglio (33,6%): vendita di prodotti e servizi bancari classici e specializzati (credito al consumo, finanziamenti immobiliari, ecc.) attraverso una rete di 253 agenzie con sede in Europa;
- gestione patrimoniale (24,6%);
- banca di investimento, finanziamento e merchant bank (21,3%): consulenza in fusioni-acquisizioni, finanziamenti strutturati, operazioni su azioni, ingegneria finanziaria, leasing, ecc.;
- gestione del portafoglio (13,9%): in particolare gestione del 13,25% di Assicurazioni Generali;
- altri (6,6%).
A fine giugno 2023, il gruppo gestisce 60,5 Mld EUR di depositi e 52,5 Mld EUR di crediti.
Il 89,7% dei ricavi è generato in Italia.