di Roberto Sommella

MILANO (MF-DJ)--L'oceano di silenzio in cui è immerso l'operato del presidente del Consiglio, che stupisce solo chi non lo conosce, non deve però impedire di porgli alcune domande che a un anno dallo scoppio della pandemia e della conseguente crisi economica ormai si pongono molti risparmiatori, investitori, semplici cittadini, persino alcuni partiti.

La prima è legata al titolo di apertura di MF-Milano Finanza di mercoledì 3 marzo sull'ipotesi che l'Italia possa chiedere dei risarcimenti alla Commissione Europea la quale, sbagliando, come ha definitivamente chiarito la Corte di Giustizia Ue, impedì il salvataggio della Tercas con il Fondo interbancario, decretando poi successivamente a cascata un impedimento ad analoghi comportamenti per altri istituti in gravi difficoltà, dalle quattro ai tempi di Etruria alle due venete sino a Mps. Il costo che le banche andate in risoluzione hanno sopportato con i loro azionisti e clienti, per via delle norme sul bail in, è stato stimato dall'osservatorio conti pubblici dell'Università Cattolica in quasi 20 miliardi di euro. È legittimo, secondo il Presidente del Consiglio, chiedere i danni a Bruxelles, come auspica il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli o ormai i giochi sono fatti per carità di patria comunitaria? Il secondo quesito, che è strettamente connesso al tema bancario, è invece legato allo spettacolo che sta andando in scena a pochi passi dalla Scala, in Piazzetta Cuccia, tra gli amici Leonardo Del Vecchio e Francesco Gaetano Caltagirone, che ormai controllano di fatto Mediobanca, anche se per la Bce la scelta del patron di Luxottica avrebbe solo carattere di partecipazione finanziaria e solo per questa caratteristica è stata autorizzata.

Sullo sfondo c'è la partita Generali, che invece per il Consiglio di Stato è di fatto controllata storicamente dalla banca d'affari guidata da Alberto Nagel. È tutto chiaro anche all'ex governatore o qualcosa non torna pure a lui, oltre che alla Consob e all'Antitrust Ue? Di mezzo c'è la società multinazionale più importante d'Italia, da sempre al centro di mire straniere e a volte almeno guidata da manager francesi, non si è mai capitato poi bene il motivo. Seguendo sempre il filone finanziario che nel mercato unico ormai va di pari passo con la politica estera, al premier Draghi andrebbe chiesto, come ha fatto da sola Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia in un'intervista a questo giornale, se considera tranquillizzante il fatto che la Francia stia blindando con nomine a raffica la tolda di comando di Euronext, destinata ad andare a nozze con le italiane Cdp e Intesa per acquistare dal London Stock Exchange la Borsa di Milano e far nascere proprio nel capoluogo lombardo il mercato unico dei capitali. Il nostro Paese non si limiterà solo a esprimere il capo azienda, nella persona di Piero Novelli, oppure resterà ingabbiata nella tela parigina che sta tessendo con abilità il presidente Emmanuel Macron, non contando più nulla?

E visto che i rapporti con i cugini transalpini non sono mai stati idilliaci negli ultimi 15 anni, sarebbe anche il caso che sempre una figura così autorevole come Draghi spiegasse al Parlamento se ritiene tranquillizzante il fatto che la difficile partita che dovrebbe portare alla rete unica, con una collaborazione tra la Cassa guidata da Fabrizio Palermo e la Tim di Luigi Gubitosi veda come convitato di pietra e controllore di fatto, un'azienda ancora una volta francese come Vivendi, che ha messo un piede e mezzo anche dentro Mediaset creando un blocco sia delle strategie televisive che di quelle relative alle telecomunicazioni. Sarebbe davvero interessante conoscere un suo parere e probabilmente lo farà, se il presidente del Consiglio verrà convocato dalle commissioni parlamentari competenti.

E poi. ancora Francia. Non è persecuzione ma prevenzione. Il premier Draghi considera rassicurante il fatto che la prima azienda del Paese, la Fiat, sia convolata a nozze con Psa, dando luogo a un gruppo noto ormai come Stellantis a maggioranza di controllo transalpina, con un piede piazzato anche in Olanda con omonima fondazione che ne blinda gli assetti azionari a favore di Parigi? Qual è il destino degli operai e degli stabilimenti della Fiat in Italia se è vero, come ha dichiarato il ceo del nuovo colosso automobilistico Carlos Tavares, che le fabbriche nel nostro paese costano molto di più di quelle negli altri stati della galassia a quattroruote?

È giustificato il silenzio di Draghi su tutte le partite complesse legate alla vaccinazione di massa anti-Covid, ai ristori e alla stesura del Recovery Plan per utilizzare i 209 miliardi di euro di fondi europei. Anzi addirittura è una scelta saggia che gli calza a pennello come i celebri vestiti sartoriali. È anche legittimo poi che non si esprima nemmeno su partite economiche prima di aver deciso una posizione in merito, perché una sua frase potrebbe condizionare il libero mercato. Ma sarebbe comunque importante che qualcuno del suo governo e sperabilmente lui medesimo spiegasse una buona volta se il mercato unico prevede l'ammainabandiera nazionale in ossequio alla globalizzazione oppure se esistono delle deroghe per settori fondamentali come la finanza, il risparmio le telecomunicazioni, il manifatturiero. Comparti che, non a caso, saranno fondamentali per uscire dalla recessione. E non solo in Italia.

fch

(END) Dow Jones Newswires

March 05, 2021 02:30 ET (07:30 GMT)