TORINO (MF-DJ)--Mediobanca R&S stima una crescita del Sistema Italia pari al 7,7% nel 2021, cui seguirebbe un +6,5% nel 2022.

E' quanto emerge dalla nuova edizione dei "Dati Cumulativi" realizzata dall'Area Studi Mediobanca, indagine annuale sulle società industriali e terziarie italiane di grande e media dimensione analizzate nel decennio 2011-2020. In particolare, sono esaminate le 2140 società italiane che rappresentano il 47% del fatturato industriale e di quello manifatturiero, il 36% di quello dei trasporti e il 38% della distribuzione al dettaglio (peso su dati Istat). Le imprese a controllo estero comprese nell'indagine rappresentano il 53% di quelle con più di 250 addetti operanti in Italia e il 90% delle sole manifatturiere. Sono incluse pressoché tutte le aziende italiane con più di 500 dipendenti e circa il 20% di quelle di medie dimensioni manifatturiere.

La copertura vaccinale sempre più ampia e la ricostituzione degli scambi internazionali inducono all'ottimismo, al netto delle riserve legate alla dinamica dei prezzi delle commodities e alla rimozione delle misure di sostegno alle imprese attivate nel 2020. A ciò si deve aggiungere che nell'ultimo anno le imprese hanno assunto comportamenti funzionali a cogliere in modo efficace la ripresa. Il contenuto costo del denaro - spiega una nota - ha agevolato importanti operazioni di assunzione di debito finanziario. L'ammontare raccolto nel 2020 ha una consistenza che non si osservava dal 2007 ed è costituito per il 96,3% da indebitamento a medio lungo termine, tanto che a fine anno tale componente è arrivata a rappresentare il 70% di tutta la provvista finanziaria, la quota maggiore da inizio decennio. Questa ricomposizione delle scadenze conferisce maggiore stabilità alla struttura debitoria. Il secondo aspetto d'interesse è relativo al concomitante aumento della liquidità che ha segnato un incremento del 24,1% sul 2019, essenzialmente sotto forma di cassa (+31,5%).

L'incidenza dello stock di liquidità nei bilanci delle 2140 imprese - prosegue il report - è cresciuto regolarmente tra il 2011 e il 2020, passando dal 4,2% del totale attivo al 7,9%. Tale maggiore importo ha generato proventi finanziari che hanno migliorato il saldo della gestione finanziaria. La scorta liquida assume la valenza sia di cuscinetto prudenziale sia di risorsa destinabile a investimento. Il terzo aspetto di natura patrimoniale del 2020 riguarda il fatto che il maggiore debito assunto non ha compromesso la solidità patrimoniale dell'aggregato: da un lato, l'incidenza della liquidità rispetto al debito finanziario è passata dal 21% del 2019 al 23,8% del 2020, dall'altro il rapporto tra debiti finanziari e mezzi propri è aumentato marginalmente dall'83% all'88,4%. La sostanziale invarianza dell'incidenza dei debiti finanziari sui mezzi propri è stata resa possibile dall'iscrizione di imponenti rivalutazioni monetarie introdotte ex lege (Decreto Agosto).

Esse hanno comportato la costituzione di riserve di patrimonio netto per 24,2 miliardi, equivalenti al 70% circa dei maggiori debiti finanziari contratti. Si tratta di un importo monstre che non ha precedenti recenti: l'ultima grande operazione di questa natura è avvenuta nel 2000, per un importo di 15 miliardi (19,8 miliardi a valori correnti). La rivalutazione del 2020, a differenza delle precedenti, ha riguardato principalmente asset intangibili (55,3% del totale) cui seguono i beni materiali (36,6%) e le partecipazioni (8,1%). A fronte di un'imposta sostitutiva effettiva pari al 3,5% circa (870 milioni di maggiore introito per l'Erario), le imprese italiane hanno maturato la possibilità di spesare maggiori ammortamenti dal 2021, con relativo beneficio fiscale.

cce

MF-DJ NEWS

2312:00 set 2021

(END) Dow Jones Newswires

September 23, 2021 06:01 ET (10:01 GMT)