MILANO (MF-DJ)--Il fermo produttivo pandemico e le limitazioni alla mobilità hanno sortito un impatto differenziato e asimmetrico sui settori produttivi. Anche la successiva ripartenza non ha livellato le disparità.

E' quanto emerge dalla nuova edizione dei "Dati Cumulativi", indagine annuale sulle società industriali e terziarie italiane di grande e media dimensione analizzate nel decennio 2012-2021, presentata oggi dall'Area Studi Mediobanca.

Nel segmento manifatturiero, le performance migliori sono state messe a segno da metallurgia (+35,9% sul 2019), elettrodomestici e apparecchi radio-TV (+32,2%), legno e mobili (+19,8%), chimica (+17,4%) e gomma e cavi (+15,1%). Per contro, tessile (-8,7%), abbigliamento (-7,7%) e lavorazioni di pelle e cuoio (-2,7%) restano ancora attardati a fine 2021, insieme al comparto dei media: editoria -8,3%, emittenza radiotelevisiva -6,5% e telecomunicazioni -3,1%.

Non è mai accaduto che, dopo una flessione molto consistente, il recupero si sia perfezionato nel corso di un solo anno. Nel 2009, ad esempio, l'industria ha ceduto il 14,7% del fatturato e sono occorsi due anni di crescita per pareggiare i livelli di vendita del 2008. La successiva crisi del debito sovrano (2012-2013) ha poi frenato l'ulteriore ripresa. Oggi la crisi geopolitica potrebbe giocare un ruolo analogo.

Il ritorno sopra il giro d'affari pre-pandemico è stato prevalentemente alimentato dalla domanda domestica: le vendite all'interno dei confini nazionali hanno segnato una crescita del 12,2% sul 2019, quelle destinate oltreconfine del 6,4%. Gli incentivi fiscali e l'avvio del Pnrr che continuano a interessare edilizia, elettrodomestici e arredo dovrebbero agire in senso favorevole con effetti moltiplicativi anche sul resto dell'economia. Sempre sul fronte delle vendite domestiche, merita menzione la crescita nell'ultimo biennio della grande distribuzione al dettaglio che chiude con un'espansione a perimetro corrente dell'8% sulle vendite del 2019: quella a prevalenza alimentare ha fatto anche meglio, segnando un +9,3%, e trainando in parte il comparto del food.

La spinta della domanda interna ha concorso al calo dell'incidenza dell'export sul fatturato dal 35,3% del 2019 al 34,2% del 2021. È utile tuttavia segnalare alcuni comparti particolarmente virtuosi anche sul fronte delle vendite oltreconfine tra cui ancora una volta gli elettrodomestici (+32,9%), il metallurgico (+30,1%), il legno e mobili (+21,4%) e la chimica (+14%) oltre a tutte le specialità alimentari (dal +18,4% delle diverse al +8,2% del dolciario).

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September 20, 2022 04:58 ET (08:58 GMT)