L'Amministratore Delegato di Mediobanca ha sottolineato giovedì che le banche italiane sono già grandi contribuenti, quando gli è stato chiesto di rispondere alle notizie dei media su una possibile nuova tassa nazionale sulle banche e sui gruppi assicurativi.

"Le banche italiane sono grandi contribuenti delle entrate fiscali", ha dichiarato l'Amministratore Delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, in occasione di un briefing con i media, quando gli è stato chiesto di parlare di queste notizie.

"Far sì che le banche facciano bene ed evitare di creare percezioni negative è vantaggioso per tutti", ha aggiunto.

Alcuni giornali italiani hanno riportato giovedì che il Governo stava discutendo di nuove tasse su banche, assicurazioni, compagnie energetiche e aziende di beni di lusso.

Le azioni delle banche nazionali italiane sono scese di circa il 3% nelle prime ore di giovedì, mentre gli istituti di credito e le case automobilistiche sono stati tra i peggiori performer in Europa.

La banca più grande d'Italia, Intesa Sanpaolo, ha dichiarato martedì che i suoi profitti del primo semestre si tradurranno in un pagamento netto di tasse di 3,1 miliardi di euro (3,34 miliardi di dollari) per lo Stato.

A luglio, il Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha accennato a possibili misure sul settore assicurativo, invitando a riflettere sul recente aumento dei premi assicurativi, unito a profitti sani per le compagnie assicurative italiane.

Una fonte governativa ha detto giovedì che Giorgetti sarebbe favorevole a iniziative concordate con le compagnie assicurative per ridurre i premi e aiutare i consumatori.

Un anno fa, il Governo conservatore italiano ha scatenato un'importante svendita delle azioni bancarie annunciando a sorpresa un'imposta del 40% sui profitti delle banche, dovuta all'aumento dei tassi d'interesse.

In seguito, il Governo ha fatto marcia indietro e ha dato agli istituti di credito l'opzione di aumentare le riserve di capitale invece di pagare l'imposta - con il risultato che non è stato raccolto praticamente nulla attraverso l'imposta sulle plusvalenze.

Le istituzioni finanziarie italiane hanno optato in massa per rinunciare alla tassa, accantonando almeno 4,5 miliardi di euro (4,9 miliardi di dollari), ovvero 2,5 volte quello che il Governo avrebbe potuto raccogliere dalla tassa.

(1 dollaro = 0,9276 euro) (Servizio di Gianluca Semeraro; redazione di Valentina Za e Jane Merriman)