(Di Luca Gualtieri - Milanofinanza.it)

MILANO (MF-DJ)--I soci storici sono pronti a puntellare l'accordo di consultazione di Mediobanca. Domani i rappresentanti dell'organo che detiene oltre il 10% della merchant milanese si riuniranno per esaminare il bilancio 2020-21 e gli ultimi sviluppi della governance. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, l'imminente uscita della famiglia Benetton (che oggi è presente con il proprio 2,1%) dovrebbe essere bilanciata dal conferimento di ulteriori pacchetti di azioni da parte dei Lucchini e dei Gavio e dall'ingresso nella compagine della famiglia Monge, entrata nel capitale di Mediobanca circa un anno fa con una partecipazione superiore all'1%.

Quando il 1° gennaio 2021 sarà efficace la disdetta di Ponzano Veneto i movimenti in entrata e in uscita dovrebbero mantenere il nocciolo dei soci storici stabile oltre il 10%. Al momento, infatti, non si ha notizia di altre notizie defezioni, anche se per averne la certezza l'organo presieduto da Angelo Casò dovrà attendere la mezzanotte di domani. In assenza di sorprese il patto (in scadenza a fine anno) dovrebbe essere rinnovato automaticamente per altri tre anni.

La tenzione attorno alla governance di Mediobanca rimane comunque alta. Ieri Delfin, la holding di Leonardo Del Vecchio che detiene il 19% di Mediobanca, ha chiesto di integrare l'ordine del giorno dell'assemblea del 28 ottobre proponendo di "eliminare il requisito statutario secondo cui tre amministratori (nel caso in cui il consiglio abbia più di tredici componenti) devono essere dirigenti del gruppo Mediobanca da almeno tre anni" e "altresì di incrementare il numero degli amministratori di minoranza", con la previsione che "più liste possano concorrere alla nomina di tali amministratori", spiega una nota.

Secondo quanto appreso, Del Vecchio e i suoi alleati (dal fidato Francesco Milleri al principe del foro Sergio Erede fino al banchiere di Jp Morgan Vittorio Grilli) avevano ben chiare entrambe le proposte da almeno un anno e ne avrebbero discusso in più di un'occasione con il vertice di Mediobanca e con le autorità di vigilanza. I toni appaiono del resto fermi ma dialoganti ed escludono (almeno a breve) ribaltoni in Piazzetta Cuccia: Delfin infatti «non prevede né intende revocare l'attuale cda» di Mediobanca prima del termine del suo mandato».

La proposta inoltre, «non persegue lo scopo di sostituire gli attuali amministratori o manager della banca, quanto piuttosto quello di assicurare che, d'ora in avanti, questi operino all'interno di un quadro di regole di corporate governance coerente con le best practice e siano fortemente incentivati a porre al centro la creazione di valore per tutti gli azionisti, lasciando al consiglio di amministrazione e agli azionisti, come accade in qualsiasi altra società, il diritto di decidere in ultima istanza chi debba gestire la banca». La mossa, non del tutto inattesa, non ha incontrato l'opposizione del cda di Piazzetta Cuccia che anzi la prossima settimana esaminerà le proposte senza preclusioni. Tanto più che, si sostiene, le modifiche richieste non si discosterebbero dal percorso di trasformazione della governance già intrapreso dall'istituto.

cce

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September 29, 2021 13:13 ET (17:13 GMT)