MILANO (MF-NW)--Nell'assemblea di Mediobanca di sabato 28 ottobre ha prevalso la lista del consiglio uscente. Delfin, la holding lussemburghese della famiglia Del Vecchio (con in portafoglio il 19,74%), si ferma al 32,06% del capitale (il 41,64% dei presenti) contro il 40,4% della lista del board (il 52,6% dei presenti). La cassaforte presieduta da Francesco Milleri ha raccolto i voti di Francesco Gaetano Caltagirone (al 9,98%) e di pochi altri soci minori: quelli del patron di Iris Ceramiche Romano Minozzi e dell'Enpam, la cassa previdenziale dei medici che ha rastrellato l'1,19% del capitale dell'istituto nelle ultime settimane. La lista del cda uscente, che ricandidava il ceo Alberto Nagel e il presidente Renato Pagliaro, ha coagulato invece le preferenze dei fondi istituzionali, di quasi tutti gli azionisti storici del patto di consultazione e di altri grossi investitori, fra cui anche gli italiani Benetton (2,2%), Unipol (2%) e Diego Della Valle (0,5%). Anche senza i voti (2,2%) di Edizione, la holding della famiglia veneta che secondo molti poteva essere l'ago della bilancia in una sfida all'ultima preferenza, la lista del board avrebbe comunque vinto con il 38,2% contro il 34,26% nel caso in cui la cassaforte di Ponzano Veneto si fosse invece schierata con Delfin e Caltagirone come nel caso dei rinnovi in Generali. Il dato dell'astensione è stato estremamente basso, una circostanza che viene spiegata con la scelta di Poste Vita (titolare dell'1,5% circa) e della famiglia Gavio (0,8% apportato al patto) di non partecipare all'assemblea. Con il 99,93 dei voti favorevoli, i soci hanno acceso anche il disco verde al bilancio e al dividendo di 0,85 per azioni (per un monte cedole di 714,7 milioni di euro), dividendo che sarà messo in pagamento il 22 novembre, con data stacco il 20 novembre. L'assemblea ha altresì nominato sindaci fino all'approvazione del bilancio al 30 giugno 2026 Mario Matteo Busso (presidente) tratto dalla lista presentata da Delfin, insieme ad Ambrogio Virgilio e Elena Pagnoni tratti dalla lista Assogestioni.

CHI SONO I 15 CONSIGLIERI

La holding dei Del Vecchio piazza quindi solo due dei cinque candidati in lista: Sandro Panizza e Sabrina Pucci (mentre restano fuori Lucia Scocchia, Massimo Lapucci e Jean-Luc Biamonti). Ad Assogestioni, che ha preso il 3,42% dei voti, andrà il 15* consigliere, Angela Gamba. E poi ci sono i 12 candidati della lista di Mediobanca: Renato Pagliaro, Alberto Nagel, Francesco Saverio Vinci, Ángel Vilá Boix, Laura Penna, Marco Giorgino, Mana Abedi, Laura Cioli, Valérie Hortefeux, Vittorio Pignatti Morano, Virginie Banet e Maximo Ibarra. A favore della rosa del board ha giocato l'affluenza più alta degli ultimi 10 anni per l'assise di Piazzetta Cuccia: 2.701 azionisti presenti o rappresentati, portatori di 652,4 milioni di titoli, pari al 76,82% del capitale sociale. Un dato a cui ha contribuito l'adesione sia dei grandi fondi istituzionali sia di imprenditori e famiglie vicine alla merchant bank e al management, mobilitati negli ultimi giorni dai vertici. Ora bisognerà vedere se l'esito del voto avrà delle ripercussioni in Delfin e nella complessa gestione dei rapporti fra i diversi rami della famiglia Del Vecchio e il presidente Milleri. Il consiglio di amministrazione, riunitosi successivamente, ha nominato Pagliaro presidente, Nagel amministratore delegato e Massimo Bertolini segretario del consiglio; il consigliere Vinci mantiene la carica di dg. La nomina dei comitati endoconsiliari verrà deliberata da una prossima riunione del Consiglio di Amministrazione.

BARDIN: DELFIN SODDISFATTA, IMPORTANTE CHE AZIENDE CRESCANO

'È un buon esito. Sono soddisfatto: quella di Delfin era una lista di minoranza. Abbiamo preso molto di più della nostra quota di partenza che è del 20%, il 32% ossia il 60% in più. Alla fine, quello che è importante è che le aziende crescano per il bene dell'Italia e che il management faccia un buon lavoro, non tanto le lotte', è stato il commento dell'amministratore delegato di Delfin Romolo Bardin al termine dell'assemblea.

IL COMMENTO DI NAGEL SUL BUSINESS

Aprendo i lavori, Nagel ha spiegato che 'l'indice Rote (return on tangible equity) viaggia intorno a livelli del 13%, ma il gruppo punta a un target del 15%. Molti si chiedono come mai essendo Mediobanca nata per altro', ha proseguito il banchiere rivolgendosi agli azionisti, 'oggi siamo anche nel consumer finance. È lo stesso motivo per cui vedete il nome Jp Morgan, vedete quello di Jamie Dimon (il ceo della banca americana, ndr), ma poi dietro c'è un gigantesco business di consumer finance. Ossia un business decorrelato dal rischio corporate&investment banking e molto più frazionato. Ora Mediobanca proseguirà il percorso di crescita iniziato nell'ultimo decennio', ha spiegato ancora il banchiere che ha ricordato che nel piano 2013-2016 il gruppo aveva raggiunto 2 miliardi di ricavi con una remunerazione ai soci di 500 milioni di euro mentre col nuovo piano 2023-2026 One brand One culture 'punta a raggiungere 3,8 miliardi di ricavi e a distribuire in totale di soci di 3,7 miliardi fra dividendi e buyback', ha completato Nagel.

NAGEL: PERCHE' NON C'E' STATO ACCORDO CON LISTA DELFIN

'I rapporti', ha proseguito il banchiere, 'sono facili e immediati, con Bardin e Milleri e abbiamo sempre promosso engagement volto a spiegare quello che facciamo e le prospettive. In questo ambito abbiamo ricercato attivamente con Delfin e Caltagirone un accordo sulla composizione del cda. Sempre all'interno di un dialogo costruttivo e facile, non complicato, ci sono stati due temi che hanno impedito di trovare un accordo. Il primo di carattere tecnico: sarebbe stato fatto per la prima volta un accordo tra un cda e due azionisti con una partecipazione sopra il 25% che è la soglia dell'opa obbligatoria. Queste tematiche tecniche non hanno reso facile l'accordo. Il secondo problema, invece', ha aggiunto ancora, 'ha avuto a che fare con le divergenze di governance sul consiglio. Abbiamo messo tutti e tre la massima buona volontà. Non c'è stato nessuno che non ha voluto trovare un'intesa. Non era un tema di inserire tre-quattro consiglieri ma un tema di impostazione e di tecnica. Siamo ben contenti che Delfin partecipi al consiglio e dia il contributo, le voci critiche sono ben accette quindi la sua presenza in consiglio è un problema che non si pone', ha proseguito.

NAGEL: UN VANTAGGIO LA COMPETIZIONE TRA LISTE

Nagel nel corso del suo intervento si è soffermato anche sullo strumento della lista del cda. 'È un vantaggio che ci sia la possibilità di competere fra liste. Consob', ha spiegato ancora, 'ha dato raccomandazioni su come procedere se c'è il voto di lista. Serve che ci sia la possibilità di competere tra liste. Ciò significa partire dalla stessa linea di partenza: ci possono essere la lista del cda e una dei soci, o due dei soci. Nessun elenco è migliore, il migliore è quello più votato. Per tanti anni noi abbiamo presentato la lista in Generali. L'ultima volta l'ha presentata la compagnia. In positivo c'è che se fatta bene, tutela di più gli azionisti perché fatta per guardare al 100%. Poi ci possono essere temi di autoreferenzialità o perpetuazione dei consiglieri. Si può ovviare a questo con il voto dei singoli consiglieri e stimolando l'engagement dei soci, perché così decidono quale sia la lista migliore. Qui', ha continuato Nagel, 'non siamo nelle banche popolari dove ci può essere vicinanza tra corpo sociale e banca. Qui, noi abbiamo soci nel mondo che guardano solo ai risultati. Cogliamo l'input di capire come migliorare il processo. Ogni anno cerchiamo di darlo, ivi incluso questo, dove proprio per limitare alcuni possibili abusi o interpretazioni sbagliate di queste procedure, è stato nominato un leading indipendent director che supervisiona il processo, processo da non limitare, perché va a svantaggio dei soci'.

NAGEL: CON BUONE PROPOSTE DISPONIBILI A SOSTENERE AUMENTO CAPITALE GENERALI

Il banchiere ha poi riservato un passaggio alla crescita di Generali, dove Piazzetta Cuccia è prima azionista con circa il 13%. 'Mediobanca ha sempre sostenuto', ha ricordato Nagel , 'tutti gli aumenti di capitale proposti dalle Generali. Non abbiamo mai detto di no. E ovviamente nella misura in cui la compagnia ci presenterà progetti sostenibili e interessanti dal punto di vista finanziario saremo sempre di supporto, come un azionista istituzionale deve essere'.

MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

3008:03 ott 2023


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October 30, 2023 03:04 ET (07:04 GMT)