ROMA (MF-DJ)--Le vendite ingenti di crediti deteriorati da parte delle banche non avranno effetti penalizzanti per il capitale fino a fine 2024. Inoltre negli anni successivi ci sarà un modo rapido per evitare lo svantaggio patrimoniale: il meccanismo si potrà prolungare oltre il 2024 (o riattivare in seguito) con un semplice atto delegato della Commissione Europea, non più con una modifica legislativa che di solito richiede anni. È quanto emerge nel testo approvato dalla commissione economica del Parlamento Ue sull'adozione in Europa delle regole di Basilea 3 per le banche. Dopo l'ok degli eurodeputati inizierà il trilogo con Consiglio e Commissione.

Il via libera finale arriverà con ogni probabilità tra metà e fine 2023. Sempre in tema di non-performing loan, è stata concessa agli istituti specializzati una deroga al calendar provisioning, cioè alle svalutazioni automatiche per gli npl in bilancio. In questo modo è stata tolta una penalizzazione per i soggetti che operano nel settore dei crediti deteriorati con licenza bancaria.

Le norme sulle forti vendite di npl. Il problema nasce dall'effetto sul capitale di cessioni cospicue di crediti deteriorati. Quando una banca che utilizza i modelli interni per il calcolo del patrimonio si libera di molti non-performing loan deve adeguare un parametro chiamato Lgd (loss given default), ovvero la perdita attesa in caso di fallimento, anche per i crediti in bonis. Di conseguenza l'istituto deve assorbire più capitale anche sui prestiti senza problemi di rimborso. L'effetto paradossale è quindi che una forte cessione di deteriorati, pur rendendo più sicura una banca, produce secondo Basilea un aumento dei requisiti patrimoniali.

Perciò la legislazione Ue aveva previsto un'eccezione già in passato (all'articolo 500 del regolamento Crr): l'effetto penalizzante delle vendite massive di npl sul parametro Lgd è stato annullato per i crediti deteriorati tra novembre 2016 e giugno 2022. Il Parlamento Ue ora ha allungato la facoltà fino a fine 2024. Eventuali ulteriori proroghe sono possibili con un intervento unilaterale della Commissione. Così si è voluto velocizzare l'iter per una nuova modifica nel caso Bruxelles prevedesse un aumento significativo degli npl nei bilanci delle banche.

Le novità su Bankitalia, Mediobanca, Bcc e titoli di Stato.

Il testo Ue, come riportato ieri su MF-Milano Finanza, contiene altre novità di rilievo per le banche italiane. Le quote detenute nella Banca d'Italia saranno considerate a rischio zero e quindi avranno ponderazione di capitale pari a zero. Il beneficio del Danish Compromise sulle partecipazioni assicurative delle banche, in scadenza a fine 2024, diventerà a tempo indeterminato. Così Mediobanca non avrà più la pressione patrimoniale a ridurre la quota in Generali. Inoltre ci sarà un trattamento più favorevole per gli interessi di minoranza delle banche controllate (non al 100%) da holding.

Il testo prevede anche una maggiore proporzionalità e minori oneri burocratici per le Bcc, sottoposte alla Vigilanza della Bce poiché parte di gruppi cooperativi (ieri Federcasse ha accolto con favore le novità dall'Ue). Inoltre entro fine anno sarà con ogni probabilità approvata anche l'estensione di tre anni, cioè fino al 2025, dello scudo per neutralizzare l'effetto sul patrimonio bancario delle variazioni di prezzo dei titoli di Stato (quelli disponibili per la vendita). Questa norma non è stata inclusa nel testo del Parlamento, ma è in quello del Consiglio Ue.

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2608:19 gen 2023


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