La mossa segue il piano recentemente annunciato dalla Banca del Giappone di sperimentare l'emissione di uno yen digitale, sottolineando una crescente consapevolezza della necessità per il Giappone di mettersi al passo con i rapidi progressi globali della tecnologia finanziaria.

Il gruppo, composto dalle tre maggiori banche giapponesi, oltre che da broker, società di telecomunicazioni, servizi pubblici e rivenditori, condurrà esperimenti per l'emissione di una valuta digitale che utilizzerà una piattaforma di regolamento comune.

"Il Giappone ha molte piattaforme digitali, nessuna delle quali è abbastanza grande per battere i pagamenti in contanti", ha detto Hiromi Yamaoka, un ex dirigente della BOJ che presiede il gruppo, in un briefing online.

"Non vogliamo creare un'altra piattaforma di tipo silo-tipo. Quello che vogliamo fare è creare un framework che possa rendere le varie piattaforme reciprocamente compatibili", ha detto Yamaoka.

Le banche private saranno incaricate di emettere la valuta digitale negli esperimenti, anche se non è esclusa la possibilità che altre entità emettano uno yen digitale, ha detto.

Il Giappone è tra i paesi più ricchi di denaro contante al mondo, con pagamenti senza contanti che rappresentano solo il 20% del totale delle transazioni - ben al di sotto degli Stati Uniti, con il 45% e la Cina con il 70%.

Le autorità hanno voluto promuovere le transazioni senza contanti per aumentare la produttività, anche se i progressi sono stati lenti, in parte a causa degli inconvenienti dei pagamenti digitali.

Diverse piattaforme digitali sono in concorrenza e rimangono incompatibili tra loro in Giappone, a differenza della Cina, dove una manciata di enormi piattaforme dominano il mercato.

Le tre megabanche giapponesi - Mitsubishi UFJ Financial Group Inc, Mizuho Financial Group Inc e Sumitomo Mitsui Financial Group Inc - hanno implementato i propri sistemi di pagamento digitale. Ma sono in ritardo rispetto agli sforzi delle aziende tecnologiche come la SoftBank Group unit PayPay.