DAVOS (awp/ats/ans) - C'è la stanchezza del pubblico per mascherine e distanziamento. C'è la "disinformazione" che viaggia alto non solo nei social media, ma anche in prima serata in Tv. E poi ci sono i governi, molti dei quali, di fronte alla pandemia che non se ne va, hanno semplicemente deciso di volgere lo sguardo altrove causando un calo delle vaccinazioni.

L'accusa che arriva dal World Economic Forum, che tanto aveva investito nell'iniziativa per la vaccinazione globale due anni fa, è pesante. E arriva da un panel che ha un titolo - State of the pandemic - che già di per sé implica che non c'è nessuna fase endemica né post-pandemica. Michelle Williams, preside della scuola di Salute pubblica di Harvard, spiega: "la pandemia è tutt'altro che finita". Dobbiamo essere grati "ai farmaci, ai vaccini e alla diagnostica se siamo riusciti a riaprire la società, ma negli Usa ci sono ancora 526 morti al giorno. E la cosa terribile è che nove su dieci di questi morti potrebbero essere evitati con i vaccini, i richiami e misure di prevenzione come le mascherine. Questo ci dice che dobbiamo evitare di parlare prematuramente della fine della pandemia".

Un appello velato ai media, e uno diretto ai governi. Stephan Bancel, ceo di Moderna che a Davos annuncia contatti per le forniture di vaccini alla Cina, dice che "un sacco di gente muore ancora ogni giorno ma tanti governi hanno deciso di guardare altrove". Ed "è un problema, perché abbiamo bisogno di investimenti nelle infrastrutture sanitarie e nel personale", mentre al contrario "alcuni governi non collaborano con la scienza".

Maria Leptin, presidente del Consiglio europeo di ricerca, accusa l'"incredibile quantità di disinformazione", e la difficoltà nello spiegare al pubblico "l'incertezza come parte del metodo scientifico". Mentre il panel va avanti, su twitter è un susseguirsi di commenti che hanno al centro Davos: dal complotto sui vaccini già pronti prima della pandemia coi finanziamenti trovati proprio al Wef, all'ingiustizia di tanti test anti-Covid e filtri per l'aria per le élite globali a Davos mentre il mondo non può permetterselo.