MILANO (MF-DJ)--Qualcuno pensava che Moncler sarebbe stata preda di marchi del lusso stranieri, invece è avvenuto il contrario: il brand del lusso ha proseguito la sua crescita con un'alleanza tutta italiana.

L'azienda che fa capo a Remo Ruffini ha rilevato il 70% di Sportswear Company (che fa capo a Carlo Rivetti e gestisce il marchio Stone Island) valutandolo 1,15 miliardi, 16,6 volte l'ebitda del 2020 (68 milioni con marginalità sui ricavi del 28%) o 13,5 volte l'ebitda atteso nel 2021. L'operazione, che ha avuto come advisor finanziari Citigroup e Cornelli Gabelli e associati per Moncler e Rothschild per Spw (che detiene il marchio Stone Island), ha comportato anche una ristrutturazione delle società a monte della catena di controllo di Moncler.

In sostanza la ex Ruffini Partecipazioni diventerà «Double R» e dalla holding uscirà l'azionista Temasek per far spazio invece ai nuovi soci, in particolare Carlo Rivetti, patron di Stone Island. L'accordo prevede che il 50% del corrispettivo pagato da Moncler verrà reinvestito in azioni della società tramite aumento di capitale riservato, azioni che poi saranno conferite nella «Double R», che al termine controllerà il 22,8% di Moncler. Al di là delle tecnicalità e delle quote destinate ai nuovi soci «credo si tratti di un'operazione molto importante per il settore del lusso italiano», commenta con MF-Milano Finanza Giovanni Tamburi, numero uno della Tamburi Investment Partners, che già nel 2013, prima della quotazione, fece la scommessa di investire in Moncler e ancora oggi detiene una piccola partecipazione azionaria. «Non ricordo negli ultimi 10 anni un'operazione di questa entità, visto che parliamo di più di un miliardo di valorizzazione, fatta tra società italiane», continua Tamburi.

«L'effetto potenziale per il mercato del lusso è enorme». Il mercato ha chiaramente apprezzato l'operazione, spingendo il titolo Moncler a chiudere in rialzo dell'1,85% a 44 euro. In parte probabilmente gli investitori apprezzano la scelta fatta da Ruffini, visto che fino a qualche settimana Moncler veniva considerata una potenziale preda del colosso Kering. La società invece ha puntato su un'altra strada, quella della crescita dimensionale. «Io spero che cambi la narrativa sulle società italiane, spesso considerate solo asset in vendita», spiega Tamburi. «Penso sia giunto il momento che tanti imprenditori del settore del lusso, su cui abbiamo puntato molto, inizino a pensare a come crescere».

Ci sono tre modi per farlo secondo il numero uno di Tip, «apertura del capitale a investitori privati, aggregazione o quotazione in borsa. Moncler le ha passate tutte e tre e ora può essere un esempio anche per altri». Il Covid come anche per altri comparti, ha accelerato una serie di dinamiche e di riflessioni sul business. «Le aggregazioni saranno quasi inevitabili, per poter avere la massa critica opportuna per poter affrontare le vere sfide, quelle sui mercati internazionali», spiega Tamburi. D'altronde i recenti dati di Altagamma prevedono che entro il 2025 la Cina sarà il più importante mercato del lusso a livello globale. Restare piccoli, per quanto originali o unici, potrebbe essere un problema.

fch

(END) Dow Jones Newswires

December 08, 2020 02:09 ET (07:09 GMT)