COS'È STATO IL "FLASH CRASH" DEL 2010?

Il 6 maggio 2010, quando le azioni si stavano riprendendo dalla crisi finanziaria e nelle fasi iniziali di quello che sarebbe diventato un mercato toro di quasi undici anni, il Dow Jones Industrial Average è sceso di quasi 700 punti in pochi minuti, cancellando brevemente una capitalizzazione di mercato stimata in 1.000 miliardi di dollari.

Questo ha portato alcuni partecipanti al mercato a lamentarsi del fatto che il trading sempre più automatizzato rappresentasse un rischio sistemico. Altri hanno visto un crollo di mercato così scioccante come un'anomalia, e il costo del progresso, che necessitava solo di barriere aggiuntive per evitare che si ripetesse. Tuttavia, ha attirato paragoni con il crollo di Wall Street dell'ottobre 1987.

QUALE FU LA RISPOSTA AL CROLLO DEL 1987?

Dopo il crollo del 'lunedì nero' del 1987, la Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti ha imposto la creazione di 'circuit breaker' a livello di mercato, che richiedevano un arresto temporaneo delle contrattazioni per ogni calo del 10% del Dow, in quello che può essere visto come un precursore delle regole successive. Nel 2012, l'indice di riferimento per i circuit breaker è passato all'S&P 500 e i livelli percentuali necessari per attivare l'interruzione delle contrattazioni sono stati abbassati.

A differenza del Black Monday, il 'flash crash' è stato visto in gran parte come qualcosa che si sarebbe potuto prevenire con un maggiore intervento e la SEC ha risposto rapidamente con alcune piccole correzioni, insieme alla promessa di indagare sulle preoccupazioni relative al mercato azionario sempre più complicato e frammentato. Inoltre, un comitato speciale di esperti ha formulato raccomandazioni su come prevenire un altro crash.

Una delle misure adottate nel 2011 è stata l'interruzione del circuito di un singolo titolo, ovvero un arresto delle contrattazioni di 5 minuti per qualsiasi titolo o fondo negoziato in borsa (ETF) che si fosse mosso di oltre il 10% in meno di 5 minuti. Questa regola è stata sostituita nel 2012 dal regolamento "Limit-Up Limit-Down", che sospende il trading di un'azione se questa scambia al di fuori di un intervallo specifico basato su un prezzo variabile.

Nel frattempo, nel 2014, la SEC ha adottato una serie di regole denominate Reg SCI (Regulation System Compliance and Integrity) per ritenere le borse responsabili di tali interruzioni del trading.

Le fasce "Limit Up Limit Down" sono state modificate dopo una sessione di trading nell'agosto 2015 che ha visto più di 1.250 interruzioni del trading in 455 azioni individuali ed ETF.

CI SONO STATI ALTRI PROBLEMI DAL 2010?

Dopo il crash del 2010, ci sono stati casi, di diversa gravità, in cui il trading non ha potuto avere luogo. Un'interruzione memorabile è stata il debutto ritardato di Meta Platforms, l'allora Facebook, nella sua offerta pubblica iniziale. Altre interruzioni hanno riguardato l'interruzione delle contrattazioni per tre ore il 22 agosto 2013 e la sessione di agosto 2015 che ha visto le contrattazioni bloccate per quasi quattro ore. Il Chicago Board Options Exchange ha subito due interruzioni nel giro di una settimana nel 2013. Ma fino al problema tecnico di martedì, le interruzioni più importanti sono state ampiamente contenute negli ultimi anni. Le eccezioni degne di nota hanno riguardato gli investitori individuali più che le grandi istituzioni, come i problemi del 2020 che hanno interessato il trading sui broker al dettaglio Robinhood Markets e Interactive Brokers Group.

COSA SUCCEDE ORA?

Il NYSE ha dichiarato che un "problema di sistema" ha impedito le aste di apertura di martedì in un sottoinsieme di 251 titoli, causando l'inizio delle contrattazioni senza un prezzo di apertura, con il risultato di una serie di transazioni che la borsa ha successivamente "bloccato", termine che sta per "annullato". Gli investitori e i trader che hanno subito perdite possono presentare una richiesta di rimborso ai sensi della "Regola 18" del NYSE, anche se non è chiaro come verrà determinato un eventuale accordo monetario. Inoltre, lo staff della SEC sta ancora esaminando le attività relative ai blocchi degli scambi, secondo un portavoce dell'agenzia.