ALMATY (Reuters) - Kazatomprom, il maggiore estrattore di uranio al mondo, sta cercando di aumentare la capacità della via di trasporto alternativa alla Russia per mitigare i rischi di potenziali sanzioni. 

Il Kazakistan, Paese senza sbocco sul mare, solitamente trasporta la maggior parte delle principali esportazioni, come il petrolio, attraverso la Russia. Kazatomprom ha affermato di aver spedito i propri prodotti attraverso il porto russo di San Pietroburgo per tutto il terzo trimestre senza problemi.

"Tuttavia, la rotta di trasporto internazionale transcaspica (TITR), che l'azienda ha utilizzato con successo come rotta alternativa dal 2018, contribuisce a mitigare il rischio di indisponibilità della rotta primaria, per qualsiasi motivo", ha spiegato in un comunicato.

La rotta va dal Kazakistan, attraverso il Mar Caspio, all'Azerbaigian e poi alla Georgia, da dove i prodotti di esportazione possono essere spediti attraverso i porti del Mar Nero.

Kazatomprom ha una quota annuale approvata che le consente di spedire un totale di 3.500 tonnellate di uranio dalle miniere kazake attraverso il TITR. A titolo di confronto, Kazatomprom e le sue joint venture hanno prodotto circa 5.400 tonnellate nel terzo trimestre.

"La società sta lavorando per aumentare il limite della quota e sta assistendo i partner delle joint venture se preferiscono non ricevere la loro quota di materiale attraverso la rotta stabilita che passa per il porto di San Pietroburgo", ha comunicato l'azienda.

Kazatomprom ha detto di avere una spedizione verso i mercati occidentali in corso sul TITR, in attesa di consolidamento nel porto georgiano di Poti.

Ma c'è il rischio di ritardi per le spedizioni in cui il materiale nucleare è di proprietà dei partner della joint venture di Kazatomptom, poiché "le autorità dei Paesi di transito chiedono alcuni dettagli sulla spedizione e i documenti associati".

(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Stefano Bernabei)