La mossa rappresenta il primo annuncio del neo-amministratore delegato Roy Jakobs, che ha preso il comando all'inizio di questo mese mentre l'azienda continuava a fare i conti con le conseguenze del costoso richiamo di apparecchiature per la respirazione e con i continui problemi della catena di approvvigionamento che hanno portato a un profit warning il mese scorso.

"La mia priorità immediata è migliorare le prestazioni in modo da poter iniziare a ricostruire la fiducia di pazienti, consumatori e clienti", ha detto Jakobs in un comunicato.

I tagli rappresentano poco più del 5% della forza lavoro dell'azienda rispetto al totale di 78.000 unità dello scorso anno.

L'azienda ha detto di aspettarsi che la riorganizzazione costerà circa 300 milioni di euro nei prossimi trimestri.

Come segnalato in un profit warning all'inizio del mese, Philips ha comunicato che il suo Ebita è crollato del 60% nel terzo trimestre, a 209 milioni di euro.

Le vendite comparabili sono scese del 6% a 4,3 miliardi di euro e Philips ha detto che i problemi legati alla carenza di forniture sono stati molto più gravi del previsto e continueranno a pesare sulle vendite negli ultimi mesi del 2022.

Philips ha perso circa 30 miliardi di euro del suo valore di mercato da quando, nel giugno dello scorso anno, ha sorpreso gli investitori richiamando 5,5 milioni di respiratori utilizzati per il trattamento dell'apnea notturna, per il timore che la schiuma utilizzata nei dispositivi potesse diventare tossica.

(Tradotto da Alice Schillaci, editing Sabina Suzzi)