MILANO (MF-DJ)--"Un giorno mi dicono che ci sono 3,4 miliardi di investimenti e 3 mila posti di lavoro; il giorno dopo vengo a sapere che non si fa più nulla perché non c'è energia sufficiente per alimentare la fabbrica di Italvolt. Nell'ex area Olivetti di Scarmagno va così da venti anni: ogni tanto qualcuno si presenta, fa promesse ma noi rimaniamo con il cerino in mano".

Il sindaco di Scarmagno, Adriano Grassino, come riporta il Corriere della Sera nell'edizione di Torino, si dice molto perplesso riguardo le ultime dichiarazioni raccolte dal Corriere Torino di Lars Carlstrom; il fondatore di Italvolt ha messo in dubbio il progetto di investimento perché mancherebbe un'infrastruttura elettrica tale da garantire la nascita della Gigafactory da 45 GWh.

Due anni fa arriva l'annuncio di una fabbrica di batterie sul territorio ma ora tutto rischia di evaporare. "So che c'erano problemi di approvvigionamento idrico, li abbiamo risolti con Smat", afferma il sindaco. "Ora si parla di energia insufficiente ad alimentare il sito produttivo, non ne avevo mai sentito parlare prima".

Oltre Olivetti nel piccolo comune di Scarmagno, a 20 km da Ivrea, è andata in scena una storia d'Italia in miniatura. Prima grande stabilimento dell'Olivetti da 10 mila dipendenti, quando l'azienda era la regina dell'informatica. Poi la crisi industriale degli anni duemila, il passaggio alla Pirelli Real Estate e tante promesse di rilancio. Dal sogno di rinascita del personal computer finito nel dissesto di Finmek e poi nella bancarotta di Luigi Luppi con Oliit.

Scarmagno si rivedeva pronta a nuovi fasti: batterie elettriche per la nuova mobilità. Design di Pininfarina, capitali esteri, la più grande fabbrica d'Europa. Ora sembra tutto da rifare anche se Carlstrom afferma che a breve annuncerà nuovi investitori e anche un nuovo sito in Piemonte dove investire qualora Terna non riuscisse a risolvere i problemi infrastrutturali in tempi record.

Al riguardo Terna, il gestore della rete, non commenta. Parla invece Federico Bellono, della Cgil Torino, tra i primi due anni fa a mostrarsi scettico sul mega-investimento nelle ceneri della ex Olivetti. "Il fallimento di Britishvolt ha riacceso i riflettori su Italvolt. E mentre una delle questioni di fondo è l'assenza di investitori, improvvisamente, dopo due anni, vengono sollevate questioni, come i costi di bonifica e le presunte difficoltà di approvvigionamento dell'energia elettrica, come a mettere le mani avanti e avere delle giustificazioni su un progetto ad oggi rimasto sulla carta. Possibile che in tutto questo tempo questi problemi non siano stati valutati?".

red/ann

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January 26, 2023 02:36 ET (07:36 GMT)