MILANO (MF-DJ)--Se il pil italiano dovesse discostarsi con forza dalla previsioni o l'inflazione schizzare oltre le attese saranno direttamente gli amministratori delegati, Dario Scannapieco, numero uno di Cassa Depositi e Prestiti e Matteo Del Fante, ceo di Poste Italiane, riuniti in un apposito Comitato di Supervisione, a sedersi intorno a un tavolo per rinegoziare gli accordi.

Si tratta, scrive MF, dei patti sottoscritti a fine dicembre che regolano la distribuzione negli uffici postali di buoni e libretti emessi da Cdp, per quattro anni, retroattivamente da gennaio 2021 fino a fine 2024. Un'alleanza che vale una cifra monstre, compresa - come annunciato dalle due società - tra un minimo di 6,4 (1,6 l'anno) e un massimo di 7,4 miliardi (1,85 l'anno). Sono le commissioni che Cdp versa a Poste (distributore esclusivo per legge) mettendo in gioco risorse fondamentali per il Paese visto che, grazie a questi strumenti, il risparmio degli italiani viene convogliato da Cassa a sostegno dell'economica nazionale. Non a caso, nell'accordo sono stati previsti meccanismi di governance che hanno l'obiettivo di garantire un adeguato presidio delle attività e degli investimenti relativi al servizio di raccolta del risparmio postale, con l'istituzione di un Comitato Direttivo (presieduto congiuntamente dal responsabile BancoPosta di Poste Italiane e dal Chief Financial Officer di Cdp) che, a sua volta, ha la facoltà di convocare il Comitato di Supervisione, composto appunto dai due ceo, nel caso di impossibilità a risolvere i dissidi che dovessero sorgere.

Un'alleanza tra parti correlate, considerando che il Tesoro detiene una quota del 29,3% di Poste e dell'82,8% di Cassa che a sua volta ha il 35% del gruppo postale e per questo è stata chiesta una fairness opinion indipendente alla Luiss Business School. L'accordo prevede che la remunerazione in favore di Poste Italiane, in parte legata a commissioni di collocamento e in parte di gestione, sia collegata al raggiungimento di obiettivi annuali di raccolta netta complessiva, che non dovrà superare i 12 miliardi di deflussi netti nei 4 anni d'accordo, e 16,5 miliardi di deflussi dai libretti. In pratica, l'obiettivo di Poste sarà non solo fare nuova raccolta ma anche far reinvestire i risparmi di libretti e buoni che arriveranno a scadenza, per limitare il rosso della raccolta netta, come è già stato del resto negli ultimi anni con Del Fante che è riuscito a bloccare i pesanti deflussi che nel 2016 avevano raggiunto il picco dei 10 miliardi.

fch

(END) Dow Jones Newswires

January 07, 2022 02:11 ET (07:11 GMT)