A inizio marzo Prada ha annunciato, come altri grandi marchi, la sospensione delle attività di vendita in Russia in risposta all'invasione dell'Ucraina da parte di Mosca, che ha innescato una serie di sanzioni economiche da parte di tutto l'Occidente.

Il gruppo del lusso ha chiuso il 2021 con un Ebit di 489 milioni, in forte ripresa dai 20 milioni di euro archiviati un anno prima a causa della pandemia e ben al di sopra dei 307 milioni registrati nel 2019, prima dello scoppio della crisi sanitaria.

Gli analisti si aspettavano un utile operativo di 429 milioni di euro, secondo un consensus di Refinitiv. Il gruppo quotato a Hong Kong proporrà un dividendo di 7 centesimi per azione, pari a un payout ratio del 61%.

Come anticipato a gennaio, le vendite 2021 di Prada sono rimbalzate sopra i livelli pre-pandemici a 3,36 miliardi a fronte di un obiettivo di medio termine - fissato a novembre - di 4,5 miliardi. Il gruppo ha dato anche un target di medio termine per l'Ebit margin, visto al 20% delle vendite dal 14,5% raggiunto l'anno scorso; nel 2019 era pari al 9,5%.

"Per il gruppo Prada i primi mesi del 2022 sono stati molto promettenti", dice nella nota l'AD Patrizio Bertelli. "Questi risultati consolidano la nostra fiducia per il raggiungimento dei target di medio periodo, seppur al momento resti difficile valutare le implicazioni sull'economia globale del conflitto in Ucraina", aggiunge.

(Claudia Cristoferi, editing Gianluca Semeraro)