ROMA (MF-DJ)--«È necessario che l'Europa e l'Italia capiscano che non si può lasciare il pallino della tecnologia nelle mani dei soggetti stranieri, altrimenti alla fine ci scopriremo senza tecnologie».

Lo afferma in un'intervista al Sole 24 Ore Valerio Battista, amministratore delegato di Prysmian, nel giorno in cui la Commissione Ue ha deciso di imporre dazi anti-dumping tra il 19,7% e il 44% sulle importazioni di cavi in fibra ottica dalla Cina. «Finalmente, dopo anni di lavoro, e qui parlo in veste di vicepresidente di Europacable, siamo riusciti a dimostrare che le aziende cinesi facevano dumping con aiuti di Stato non indifferenti».

Per il ceo di questo gruppo «avanti così non si può andare» e «mentre la scorsa settimana abbiamo approvato il piano di investimenti nella nostra fabbrica francese, in Italia non siamo in grado di farlo». Dallo stabilimento di Battipaglia, in provincia di Salerno, in cui lavorano in 300 oltre a 200 di indotto, «escono 8 milioni di chilometri di fibra ottica. Dei quali nel mercato nazionale sono venduti appena 500.000 chilometri». Lampante, spiega Battista, è la differenza con quel che accade in Francia. «Lì sono stati imposti standard per la realizzazione delle reti in fibra ottica. In Italia no». Mentre la Francia, per la realizzazione delle reti in fibra ottica, ha deciso di porre come vincolo l'utilizzo delle fibre più performanti e resistenti alle piegature, in Italia questo non è finora avvenuto. E il rischio è che non avvenga neanche con il "Piano Italia a 1 Giga".

«Noi non stiamo chiedendo favoritismi per la fibra Prysmian ma c'è da realizzare una rete future proof grazie al piano del Governo», dice Battista. «Auspichiamo che con l'avvio dei bandi di gara per il Piano 1 Giga venga recepito il nostro allarme e che anche in Italia promuova l'utilizzo di fibra ottica di qualità e di produzione nazionale e europea. I segnali positivi da parte del Governo ci sono, ma siamo preoccupati e non possiamo investire in Italia fino a quando non vedremo concretamente il cambiamento di mercato», sottolinea. Ci potrebbero essere impatti sull'occupazione "anche se non a breve termine, è chiaro. Ma dobbiamo tutti essere consapevoli che decidere di frenare gli investimenti vuol dire anche che quella fabbrica, prima o poi, è destinata a morire». Anche perché, chiosa il ceo Prysmian, «proprio la scorsa settimana abbiamo deliberato un ulteriore aumento di capitale, di 30 milioni di euro, per lo stabilimento di Battipagnia. In 10 anni in quella sede ci abbiamo rimesso quasi 200 milioni», conclude.

pev

(END) Dow Jones Newswires

November 19, 2021 02:10 ET (07:10 GMT)