MILANO (MF-DJ)--Investitori in Purgatorio: è questo il prezzo da pagare perchè l'inflazione torni al 2%.

E' quanto sottolinea nella sua rubrica "Al 4* piano" Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos.

La Federal Reserve, ricorda Fugnoli, promette di fare tutto quello che andrá fatto per fare scendere l'inflazione, non dandosi un limite di tempo, ma assegnandosi un obiettivo preciso: "non si tratta di scendere dall'8 al 6 e poi magari al 4% e poi vedere che cosa succede e nel caso, fermarsi lì. La Fed, dice Powell nel modo piú chiaro possibile, intende ritornare al 2% ed estirpare le radici che l'inflazione sta mettendo nelle aspettative dei soggetti economici".

"Le banche centrali non possono agire sull'offerta, non possono risolvere il problema dei porti ingorgati o delle fabbriche cinesi chiuse per il Covid. Non possono fare saltare fuori nuovo petrolio o nuovo gas che compensino quello che stiamo perdendo per effetto degli investimenti in energia fossile cancellati negli ultimi anni o a causa delle sanzioni alla Russia", evidenzia Fugnoli.

Le banche centrali, sottolinea lo strategist, possono agire solo sulla domanda, regolandola attraverso i tassi di interesse e attraverso l'immissione diretta di liquiditá, o, al contrario, distruggendo liquiditá: "nel decennio scorso, quando il rischio era quello della deflazione, le banche centrali cercarono di stimolare la domanda portando a zero o sottozero i tassi e allargando la base monetaria attraverso operazioni di quantitative easing. Per stimolare la domanda furono usati anche le Borse e il mercato immobiliare, considerati strumenti di politica monetaria. Facendo infatti salire le Borse e i prezzi delle case si creava un effetto ricchezza che si traduceva in una maggiore disponibilitá a spendere. In questo modo si pensava che la ricchezza sarebbe percolata dall'alto verso il basso e si sarebbe distribuita anche tra chi non possedeva azioni o case. Questa volta non c'è da combattere la deflazione, ma il suo contrario, l'inflazione. Il meccanismo del decennio scorso deve quindi funzionare al contrario".

Si tratta allora, spiega Fugnoli, "di sgonfiare una parte della ricchezza che si è creata, in particolare quella formatasi negli ultimi due anni in seguito agli enormi stimoli monetari e fiscali messi in campo per combattere gli effetti economici della pandemia. Attenzione, la Federal Reserve non si propone di arrivare a una recessione che spera anzi di riuscire ad evitare. Non è, quindi, soprattutto sull'economia reale che si vedranno gli effetti della normalizzazione monetaria, quanto sugli asset finanziari e reali".

"La correzione dei valori di questi asset è giá arrivata a un buon punto per quanto riguarda il mercato obbligazionario e azionario, ma è appena agli inizi per quanto riguarda il mercato immobiliare americano.

Quanto durerá questo Purgatorio dagli eccessi dei due anni passati? Anche se ci saranno fasi di recupero dei mercati, di cui una dovrebbe arrivare alla fine di quest'anno, la pressione delle banche centrali" per Fugnoli "non si arresterá subito, ma rimarrá elevata per il resto di quest'anno e per una buona parte dell'anno prossimo".

"Quello che dovrebbe confortare gli investitori", nota comunque l'esperto, "è che questo processo non avviene in condizioni di disordine, ma è controllato, gestito e voluto dalle banche centrali. Un altro elemento da considerare è che, terminata questa fase di energica correzione, i mercati potranno ripartire, forse giá alla fine dell'anno prossimo, con una solida e duratura impostazione rialzista. In questa fase di transizione bisognerá evitare di cadere nella tentazione di comperare troppo presto le componenti piú speculative del mercato obbligazionario e azionario".

Per Fugnoli "meglio concentrarsi su settori a basso multiplo e su societá finanziariamente solide. La correzione coinvolgerá anche le materie prime, ma sará ciclica, non strutturale. Quanto alle valute, il dollaro rimarrá forte fino a quando non si sará esaurito il movimento al rialzo dei tassi di interesse. La cura energica verso cui il mondo si sta avviando avrá dei costi. Se la si interromperá a metá strada, il rischio è che l'inflazione, per quanto un pò piú bassa di oggi, rimanga sulla scena per tutto il decennio. Se la cura verrá invece proseguita fino in fondo, l'economia globale e i mercati finanziari ritroveranno stabilitá e capacitá di crescita".

pl

paola.longo@mfdowjones.it


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May 17, 2022 09:01 ET (13:01 GMT)