MILANO (MF-DJ)--I legali di Urbano Cairo e Rcs, nell'ambito del lungo
contenzioso legale che li vede opposti al fondo Blackstone, hanno
depositato al tribunale di New York une lunga serie di documenti per
opporsi alle azioni intraprese dal fondo statunitense.
In primo luogo viene contestata la richiesta di incardinare il processo
nel Tribunale di New York. Nella lunga memoria gli avvocati spiegano come
nulla nella vicenda porti a provare legami di qualsiasi natura che
giustifichino che il processo posse essere effettuato in America. Al
limite, spiegano i legali, potrebbe essere sollevato un conflitto di
competenza relativamente al Regno Unito. I legali, inoltre, chiedono che
non venga attivato un contenzioso in sede americana e che, al limite,
possa essere avviato un nuovo arbitrato. Questo però dovrá avvenire una
volta che sará stato giudicato l'appello che la stessa Rcs ha fatto
all'arbitrato italiano che ha perso.
La vicenda inizia alla fine del 2013. Rcs trova un accordo per vendere
gli immobili storici al fondo americano Blackstone, per 120 milioni di
euro complessivi. Urbano Cairo, allora socio con il 2,8% delle azioni, si
oppone.
Nel 2016 Cairo conquista la quota di controllo di Rcs e nel 2018 riapre
la questione della sede. A luglio Milano Finanza pubblica indiscrezioni su una trattativa per la cessione degli immobili da Blackstone ad Allianz per250 milioni di euro. Cairo, come presidente di Rcs, invia una lettera in cui dichiara nulla la cessione degli immobili di cinque anni prima, a
causa "di uno squilibrio tra i termini e le condizioni e i benefici e i
ritorni tra le parti". I timori di cause legali spingono Allianz a
ritirarsi dall'operazione.
Blackstone ha vinto l'arbitrato effettuato in Italia. I periti del
Tribunale hanno stabilito che il palazzo nel 2013 valeva 153 milioni,
quindi 33 milioni in piú della cifra concordata tra Rcs e Blackstone,
tutto sommato il Tribunale spiega che tutte "le considerazioni svolte non
hanno posto in luce altro se non lo svolgersi di una trattativa
commerciale tra soggetti in bonis" e "senza che sia emersa la prova di
alcuna indebita pressione operata sulla controparte". Per questo "le
domande di risarcimento del danno proposte da Rcs sul presupposto che la
controparte abbia tenuto un comportamento qualificabile come usuraio o
abbia comunque violato i doveri di correttezza e buona fede nella
trattativa e nella conclusione dei contratti dei quali si è discusso non
possono essere accolte".
glm
gabriele.lamonica@mfdowjones.it
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September 01, 2021 05:02 ET (09:02 GMT)