Ryvu Therapeutics ha annunciato che gli aggiornamenti dei progetti del suo programma oncologico più avanzato, RVU120, e dell'inibitore selettivo di PIM/FLT3 SEL24 (MEN1703), saranno resi disponibili in occasione dell'incontro annuale ASCO 2022, che si terrà dal 3 al 7 giugno a Chicago, negli Stati Uniti. Informazioni su RVU120 (SEL120): RVU120 (SEL120) è un doppio inibitore della chinasi CDK8/CDK19 in fase clinica, altamente specifico e biodisponibile per via orale, che ha dimostrato efficacia in diversi modelli di tumori solidi in vitro e in vivo, oltre che nei tumori maligni ematologici. Attualmente, Ryvu sta conducendo due studi clinici con RVU120: (i) Fase Ib nei pazienti con AML/HR-MDS (NCT04021368) e (ii) Fase I/II nei tumori solidi metastatici o avanzati recidivati/refrattari (NCT05052255). Inoltre, sono in corso molteplici attività di ricerca traslazionale. Il 25 marzo 2020, la Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha concesso la designazione di farmaco orfano (ODD) a RVU120, per il trattamento dei pazienti con AML. RVU120 è stato scoperto internamente da Ryvu e ha ricevuto il sostegno della Leukemia & Lymphoma Society Therapy Acceleration Program® (TAP). Informazioni su SEL24 (MEN1703): SEL24 (MEN1703) è un inibitore doppio della chinasi PIM/FLT3, primo della classe, disponibile per via orale, scoperto e sviluppato inizialmente da Ryvu Therapeutics e concesso in licenza al Gruppo Menarini. SEL24 (MEN1703) è attualmente valutato nello studio DIAMOND-01 (NCT03008187), uno studio First-in-Human, di Fase I/II, di dose-escalation e di espansione della coorte, come agente singolo per il trattamento di pazienti con leucemia mieloide acuta (AML). Nella parte di escalation della dose dello studio DIAMOND-01, SEL24 (MEN1703) ha dimostrato un profilo di sicurezza gestibile fino alla dose raccomandata (RD) di 125 mg/die, insieme a prove iniziali di attività antileucemica in un contesto di agente singolo, in particolare nei pazienti con malattia mutante IDH, naïve o precedentemente esposti agli inibitori IDH, il che giustifica ulteriori indagini sul composto in sottogruppi di pazienti molecolarmente definiti.