Il pubblico ministero ha chiesto inoltre la condanna della società a una sanzione pecuniaria di 600.000 euro, senza però chiedere alcuna confisca, e ha chiesto l'assoluzione del quarto imputato, l'ex Coo della business unit Engineering e Construction Pietro Varone, "per non aver commesso il fatto".

Saipem è imputata per effetto della legge 231 sulla responsabilità della aziende per reati ascritti a propri dirigenti.

Nel processo, avviato all'epoca con le imputazioni a vario titolo di falso in bilancio e aggiotaggio, la procura di Milano sostiene che vennero nascoste al mercato già note criticità sul budget previsto per il 2013 in particolare nel comunicato stampa del 24 ottobre 2012 e nella conference call dello stesso giorno, omettendo di riferire le previsioni interne che vedevano un calo dell'Ebit, inferiore al 2012 per circa un miliardo di euro e anzi programmando di abbellire il budget previsionale con "l'inserimento di commesse fittizie ad alta marginalità".

Tutti gli imputati hanno sempre respinto le accuse.

Per quel che riguarda il falso in bilancio la procura faceva riferimento al fatto che non fossero stati rappresentati nel bilancio 2012 alcuni costi extra per penali che l'azienda avrebbe dovuto pagare, per un totale di ricavi superiori al reale di 245 milioni.

Per quel che riguarda il falso in bilancio però oggi è stata dichiarata la prescrizione del reato.

Il processo è stato rinviato al prossimo 10 giugno, quando prenderà la parola la difesa di Saipem.

(Emilio Parodi, in redazione a Milano Gianluca Semeraro)