ROMA (MF-DJ)--Una cura da cavallo con inevitabili effetti collaterali ma indubbiamente efficace. Circa 10 mesi dopo il profit warning con svalutazioni per un miliardo di euro e a quasi 5 mesi dalla conclusione dell'aumento di capitale, scrive MF-Milano Finanza, Saipem si avvia a chiudere il 2022 con la ragionevole certezza di centrare il traguardo di 550 milioni di margine operativo lordo e di un debito netto inferiore a 300 milioni di euro e avendo incassato due upgrade del rating da parte di S&P (l'ultimo arrivato il 2 dicembre).

La raccolta di nuovi ordini da parte dei clienti, intanto, ha già superato gli 11 miliardi di euro nei primi 11 mesi. Il peggio, insomma, è decisamente alle spalle. Il nuovo amministratore delegato Alessandro Puliti, il manager che dall'Eni di Claudio Descalzi è andato ad affiancare Francesco Caio da febbraio scorso fino alle dimissioni di quest' ultimo ad agosto, ha rivisto al rialzo le stime per fine 2022 avendo già lo sguardo al 2023, sostenuto da solide premesse: il portafoglio ordini assicura l'impiego di almeno il 74% della flotta Saipem, i ricavi sono attesi in crescita anche grazie alle commesse in Qatar da 4,6 miliardi e persino il Mozambico, dove il maxi-contratto con Total è ancora fermo, potrebbe riservare una buona sorpresa forse già dal primo trimestre.

La linea di Puliti. Ma, al di là dei conti e dell'asticella delle commesse che continua a salire anche in queste ultime settimane, c'è una linea che l'amministratore delegato ha tracciato e in base alla quale misura l'efficacia di ogni azione manageriale: il valore dell'azione, che non deve scendere sotto quello di sottoscrizione dell'aumento di capitale, ovvero 1,013 euro. Dicono i suoi più stretti collaboratori che lo ripeta continuamente alla sua squadra di manager, sventolando le tante lettere dei piccoli azionisti che si lamentano dei corsi azionari di Saipem negli ultimi anni ma che hanno ugualmente deciso di aderire alla ricapitalizzazione da 2 miliardi di euro di luglio 2022, sostenuta da Eni e Cdp. Per riagguantare quella soglia ci sono voluti mesi. Ancora a fine settembre il titolo quotava addirittura sotto i 60 centesimi, anche per effetto del significativo pacchetto di azioni messo in vendita dalle banche che avevano garantito l'aumento. La prima vera spinta (0,97 euro) è arrivata con i conti dei 9 mesi e il rialzo delle guidance, quando l'azione Saipem ha registrata un'impennata di oltre il 17%, vertigine che gli azionisti non provavano da tempo. Altra accelerazione è seguita a metà novembre all'annuncio dell'infornata di commesse per 800 milioni di euro tra Africa e Medio Oriente: quotazione a 1,13 euro, record post-ricapitalizzazione.

Qualche inciampo capita ancora. Lo si è visto pochi giorni fa con lo scivolone seguito alle notizie legate al contenzioso in Algeria. La Corte Suprema algerina si è pronunciata sul procedimento penale relativo al progetto Gnl3 Arzew, rigettando tutti i ricorsi, compreso quello di Saipem. Questo dopo che la Corte d'Appello aveva confermato la sentenza di condanna di primo grado. Secondo il teorema accusatorio, nell'esecuzione del contratto Gnl3 Arzew (valore originario: 2,9 miliardi di euro) sarebbero state commesse irregolarità. Saipem si riserva di impugnare la decisione della Corte Suprema algerina. Intanto ha già accantonato nel bilancio gli oneri corrispondenti e ha comunicato al mercato che la sentenza "non pregiudica la validità della manovra finanziaria e la realizzazione degli obiettivi del piano strategico 2022-2025". Ma il contraccolpo sul titolo si è avuto lo stesso.

La promozione di S&P. È indubbio però che il mercato apprezza la nuova Saipem e prova ne è il consenso Bloomberg sulle indicazioni delle banche d'affari, che conta 8 raccomandazioni buy sull'azione, nove neutral e solo due sell, con un target price medio a 1,25 euro. Venerdì 2 dicembre si è aggiunto l'upgrade di S&P sul rating a lungo termine di Saipem, passato da BB a BB+. "La capacità dell'azienda di aumentare il portafoglio ordini nel 2022 e garantire un'elevata visibilità per i risultati 2023 e 2024 supporta la nostra visione della maggiore capacità dell'azienda di emergere da un 2021 molto debole", scrive S&P. "Le prospettive stabili riflettono la nostra previsione che la società continuerà a ridurre la leva finanziaria ripristinando al tempo stesso il suo track record di esecuzione disciplinata e una migliore redditività".

Cosa si aspetta ora il mercato. Saipem, è opinione condivisa tra gli analisti e anche di S&P, potrebbe intraprendere altre azioni di rinforzo alla liquidità, come la monetizzazione delle risorse (compresa la partecipazione del 10% in Kca Deutag) e la rinegoziazione di contratti già esistenti, a cavallo tra 2023 e 2024. È interessante notare che, in un mercato che offre spunti positivi all'intero settore oil&gas, Saipem abbia un portafoglio ordini molto ricco rispetto ai concorrenti. Il raffronto proposto da SUSDP è in dollari: rispetto ai 22,7 miliardi (10 miliardi dei quali in esecuzione nel 2023) della società italiana, Subsea è ferma a 7 miliardi e Technip Energies a 13,5 miliardi. Quanto all'outlook per il prossimo anno, S&P prevede un ebitda tra 750 e 850 milioni di euro con un free operating cash flow positivo per 100-200 milioni.

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0508:53 dic 2022


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December 05, 2022 02:54 ET (07:54 GMT)