Su queste colonne abbiamo già accennato alle difficoltà dell'azienda all'inizio dell'anno. Alla fine del primo semestre, Salvatore Ferragamo non ha rassicurato gli investitori. Al contrario, l'azienda sta sprofondando in un abisso finora sconosciuto.
Come mai?
Come tutti sappiamo, il mercato dei beni di lusso non sta attraversando un buon momento. I consumi sono in calo e i ricchi evitano di ostentare le loro fortune, preferendo mode più discrete. Questo è particolarmente vero in Cina, che nel 2023 rappresentava circa il 16% dei 362 miliardi di euro di spesa globale del settore, secondo Bain. Tra i concorrenti c’è chi ha sofferto di più (LVMH, Hermès, Prada e Brunello Cucinelli) e chi di meno (Kering, Burberry e Richemont) nella prima metà dell'anno. Ma il quadro generale è stato piuttosto deludente e la crescita è stata inferiore a quella degli anni precedenti. Anche Salvatore Ferragamo è spettatore di un mercato instabile.
In secondo luogo, il marchio non ha la fama e l'eloquenza dei suoi colleghi. Manca quel qualcosa che rende un marchio di lusso un gioiello, una casa la cui fama sembra ineluttabile. Ne sono un esempio le borse Birkin e Kelly, i motivi cavallereschi e il quadrato di seta di Hermès. Per LVMH, il famoso monogramma LV e alcuni noti marchi di champagne. Burberry può difendere il suo Trench Coat in stile inglese nonostante le attuali difficoltà. Brunello Cucinelli è noto per i suoi prodotti in cashmere e per l'artigianato italiano. Prada ha i suoi accessori e il suo marchio emergente Miu Miu. Salvatore Ferragamo è certamente rinomato per le sue calzature (46,8% del fatturato), ma il gruppo sta soffrendo anche perché le giovani generazioni non aderiscono più al marchio. La clientela di Salvatore Ferragamo è dunque molto ridotta.
Questi fattori si riflettono nelle cifre. Dopo la stagnazione delle vendite tra il 2014 e il 2019, i ricavi sono scesi del 16% rispetto all'anno precedente. I margini sono crollati, con una redditività netta di appena il 2,3% lo scorso anno. La liquidità generata non è più sufficiente a conciliare gli investimenti necessari e il pagamento di un dividendo equivalente agli anni precedenti. È improbabile che l'anno in corso migliori la situazione, dato che il fatturato e gli utili del primo semestre sono crollati rispettivamente del 21,1% e del 73%, a 5,7 milioni di euro. L'azienda ha incontrato grandi difficoltà in Asia-Pacifico, la sua regione principale, che rappresenta il 30,9% delle vendite e ospita 161 dei 373 negozi del mondo.
Salvatore Ferragamo è il peggior performer del settore da un decennio (2014-oggi)
Fonte: MarketScreener