Le azioni australiane sono crollate lunedì e sono state pronte ad estendere le perdite per la seconda sessione consecutiva, in quanto i deboli dati occupazionali degli Stati Uniti hanno alimentato i timori di una recessione, mentre gli investitori hanno mantenuto un atteggiamento cauto in vista della decisione sui tassi di interesse di questa settimana.

L'indice S&P/ASX 200 era in calo del 2,6% a 7.737,3 punti, alle ore 15.00 GMT, e si avviava alla peggiore performance intraday dal settembre 2022, se le perdite si mantengono. Il benchmark ha chiuso in ribasso del 2,1% venerdì.

Il dollaro australiano era scambiato con un rafforzamento dello 0,2% rispetto al biglietto verde, a 0,65 dollari australiani.

I deboli dati sulle buste paga degli Stati Uniti di venerdì hanno suggerito che l'economia sta rallentando più rapidamente del previsto.

I mercati stanno valutando oltre il 70% di possibilità di un taglio di 50 punti base alla riunione di settembre della Federal Reserve statunitense, rispetto al 22% della scorsa settimana, secondo CME FedWatch.

Secondo un sondaggio Reuters, la Reserve Bank of Australia dovrebbe mantenere invariati i tassi di interesse durante la riunione di martedì e attendere il primo trimestre del 2025 prima di tagliarli.

I titoli finanziari sensibili ai tassi sono scesi del 3,2% e si sono avviati a registrare il peggior giorno dall'inizio di maggio 2023, se l'attuale tendenza si mantiene. Le azioni delle banche Big Four sono scese tra il 2,8% e il 3,8%.

Il Dow Jones Industrial Average statunitense è sceso di 610,71 punti, o dell'1,51%, a 39.737,26 punti venerdì. L'S&P 500 ha perso 100,12 punti, pari all'1,84%, mentre il Nasdaq ha perso 417,98 punti, pari al 2,43% nella sessione precedente.

I minatori australiani sono scesi del 2,6% nel contesto di un sell-off su larga scala, scambiando ai livelli più bassi dall'inizio di novembre 2022. Le azioni dei colossi minerari BHP e Rio Tinto sono scivolate rispettivamente del 2,1% e dell'1,8%.

I titoli energetici hanno seguito i prezzi globali del petrolio, scesi ai minimi di otto mesi a causa dei timori di recessione degli Stati Uniti. Il sottoindice australiano ha perso il 3%, registrando i livelli più bassi da metà luglio 2022, con i pesi massimi del settore Woodside e Santos in calo di oltre il 2% ciascuno.

I futures del greggio Brent sono scesi dello 0,2% a 76,66 dollari al barile, mentre il greggio statunitense West Texas Intermediate (WTI) ha perso lo 0,33% a 73,28 dollari al barile.

In Nuova Zelanda, l'indice di riferimento S&P/NZX 50 è sceso dell'1,6% a 12.252,63 punti.