Le aziende che si occupano di trivellazione sono ora in una posizione più forte e possono richiedere tariffe giornaliere più elevate per le attrezzature, dopo diversi anni di magra che hanno portato a un'ondata di fusioni e le hanno spinte a rottamare gli impianti più vecchi, lasciandone meno a disposizione ora che la domanda è in ripresa.

I costi giornalieri per il noleggio di un impianto di perforazione, noti come tariffe giornaliere, sono aumentati più rapidamente per le attrezzature utilizzate per le acque profonde nel "Triangolo d'oro", dal Golfo del Messico statunitense all'offshore dell'Africa occidentale e del Brasile.

"Le tariffe stanno aumentando rapidamente, soprattutto in Africa occidentale", ha detto Cinnamon Edralin, responsabile dell'analisi del mercato degli impianti di perforazione di Esgian, con sede a Oslo. "L'anno scorso eravamo a 200.000 dollari, quest'anno siamo saldamente sui 300.000 dollari e ci stiamo dirigendo rapidamente verso i 400.000".

Il conflitto in Ucraina ha contribuito a far salire la domanda di impianti di perforazione mentre gli Stati Uniti, l'Europa e altri alleati cercano alternative alle forniture russe di petrolio e gas. L'Unione europea vuole porre fine all'utilizzo di idrocarburi russi entro il 2027. 

Seadrill, azienda specializzata in offshore, ha scritto nella relazione trimestrale che l'attività sulla piattaforma continentale norvegese, una fonte vitale di gas per l'Europa, dovrebbe aumentare nel 2023, grazie agli incentivi fiscali e all'"attenzione alla sicurezza energetica".

(Tradotto da Michela Piersimoni, editing Claudia Cristoferi)