Questa notizia è una sintesi fra la bsi 041 (tassi), la bsi 046 (previsioni crescita) e la bsi 047 (previsioni inflazione). Seguirà in un secondo tempo tabella con le previsioni sull'andamento Pil elvetico da parte dei principali istituti. Non è esclusa una scheda con le reazioni degli analisti alle novità odierne.

ZURIGO (awp/ats) - Come altri istituti centrali, anche la Banca nazionale svizzera (BNS) inasprisce nettamente la sua politica monetaria, in un'ottica di lotta all'inflazione. L'istituto ha innalzato oggi di 0,75 punti il suo tasso guida, portandolo dal -0,25% al +0,50%, mettendo così fine anche a un'epoca di interessi negativi che durava ormai da quasi otto anni.

Si tratta di contrastare la pressione inflazionistica ancora cresciuta e di ostacolare il propagarsi del rincaro a beni e servizi che finora ne sono stati poco colpiti, spiega la BNS in un comunicato odierno. La banca guidata da Thomas Jordan prepara anche il terreno per il futuro: non è da escludere che si rendano necessari ulteriori rialzi per garantire la stabilità dei prezzi a medio termine, viene affermato. La BNS conferma anche la sua disponibilità ad agire all'occorrenza sul mercato dei cambi. E annuncia che gli averi a vista detenuti dalle banche sui suoi conti saranno remunerati, fino a un dato limite, pure allo 0,5%; al di sopra del limite il tasso sarà di zero.

L'inflazione è salita al 3,5% in agosto e a breve termine rimarrà probabilmente accentuata, ritengono gli esperti della banca. Il recente incremento è riconducibile soprattutto al rincaro di beni, in particolare energetici e alimentari. Nell'ambito del suo esame odierno dell'esame della situazione economica e monetaria la BNS corregge così al rialzo le sue previsioni sull'andamento dei prezzi: il rincaro dovrebbe attestarsi al +3,0% quest'anno e al +2,4% nel 2023, a fronte di rispettivamente +2,8% e +1,9% ipotizzati tre mesi or sono. Per il 2024 il pronostico è stato lievemente ritoccato dal +1,6% al +1,7%.

Gli analisti dell'istituto rivedono per contro al ribasso le stime riguardo alla crescita crescita dell'economia elvetica nel 2022: il prodotto interno lordo dovrebbe salire quest'anno di "circa il 2%", a fronte di "circa il 2,5%" definito in giugno. Come da tradizione a questo stadio la BNS non avanza ancora previsioni sull'anno successivo.

La BNS aveva già operato una stretta monetaria di 0,5 punti (da -0,75% a -0,25%) lo scorso 16 giugno, quando si era mossa a sorpresa prima della Banca centrale europea (Bce). Questa nel frattempo ha operato due volte, la prima in luglio (+0,5 punti, primo ritocco al rialzo dopo 11 anni) e la seconda a inizio settembre (+0,75 punti), portando il tasso principale all'1,25%. Da parte sua la Federal Reserve americana ha ieri sera deciso un ulteriore rialzo, il quinto del 2022, alzando il costo del denaro di 0,75 punti: il suo tasso di riferimento è ora nella forchetta fra 3% e 3,25%.

Tutti gli istituti centrali sono chiamati a lottare contro l'inflazione ormai galoppante: in agosto si è attestata all'8,3% negli Stati Uniti (sopra le attese) e al 9,1% (valore record) nell'Eurozona. Nella Confederazione il rincaro risulta inferiore, ma è ampiamente al di sopra della soglia che la BNS ritiene di stabilità dei prezzi, pari al 2%.

Per la Svizzera si chiude quindi - almeno per il momento - l'era degli interessi negativi, una novità introdotta per far fronte al rafforzamento eccessivo del franco. La data di inizio era stata il 18 dicembre 2014, con l'estensione del margine di fluttuazione del Libor a una fascia fra il -0,75% e il +0,25%, un intervallo poi portato al segmento compreso fra -0,25% e -0,75% nel gennaio 2015, dopo l'abolizione del tasso minimo di cambio franco-euro di 1,20. La fascia di fluttuazione del Libor è poi stata sostituita nel giugno 2019 con il tasso guida, fissato a suo tempo al -0,75%.

Allora considerati una bizzarria temporanea, i tassi negativi hanno avuto un profondo impatto in vari ambiti, non da ultimo in quello ipotecario: il volume dei mutui è aumentato ulteriormente e con esso il prezzo delle case e degli appartamenti, creando tensioni sul mercato immobiliare riconosciute dalla stessa BNS. A questo proposito la banca ha detto oggi che continuerà a seguire attentamente gli sviluppi nel comparto.

Come noto contrariamente a quanto avveniva in passato la Banca nazionale non considera più troppo elevato il valore del franco. Secondo gli esperti la priorità ora è cambiata: occorre contenere il rincaro e una valuta forte permette di calmierare i prezzi importati. Naturalmente questo ha un impatto negativo sulle esportazioni, ma l'industria svizzera sembra essersi abituata, nel corso degli anni, a sostenere il fardello monetario.

In tal modo l'euro si è ormai stabilmente orientato a un corso inferiore alla parità. E proprio oggi, nel primissimo mattino, il corso è sceso per la prima volta nella storia sotto la soglia psicologica di 0,95 franchi. Dopo la decisione della BNS sui tassi è però poi risalito ben oltre gli 0,96 franchi. All'inizio dell'anno la moneta europea costava ancora 1,04 franchi.