Ecco dove si trovano i principali fissatori di tassi e cosa si aspettano i trader.
1/ SVIZZERA
La Banca Nazionale Svizzera, che è stata in prima linea nell'allentamento monetario, giovedì ha tagliato i tassi in modo inaspettato di 50 punti base (bps), portandoli allo 0,5%, il livello più basso dal novembre 2022 e la maggiore riduzione della banca in quasi un decennio.
L'inflazione annuale svizzera è stata riportata di recente ad appena lo 0,7% e la BNS, che è attenta al rafforzamento del franco svizzero, bene rifugio, oltre i livelli che gli esportatori nazionali possono sopportare, ha dichiarato che potrebbe ridurre nuovamente i costi di prestito l'anno prossimo.
2/ CANADA
La Banca del Canada ha tagliato i tassi di 50 punti base al 3,25% mercoledì, segnando la prima volta dallo scoppio del COVID-19 che ha attuato tagli consecutivi di mezzo punto.
Ha indicato che l'ulteriore allentamento sarebbe stato graduale dopo l'accelerazione dell'inflazione annuale al 2%, ma con la debolezza dell'economia canadese minacciata dai dazi proposti dal Presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, i mercati hanno puntato al 70% su un taglio di 25 punti base il mese prossimo.
3/ SVEZIA
L'economia svedese è in contrazione e la sua banca centrale, che ha abbassato i costi di prestito di 50 bps al 2,75% a novembre, ha guidato i mercati ad aspettarsi un ulteriore allentamento il prossimo anno.
La Riksbank si riunirà la prossima settimana e i mercati ritengono più probabile un taglio di 25 punti base, con circa 90 punti base di allentamento previsti entro agosto.
4/ NUOVA ZELANDA
La Reserve Bank of New Zealand ha dipinto un quadro economico desolante nel suo ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria e, sebbene non si riunisca per fissare nuovamente i tassi fino a febbraio, i trader vedono buone possibilità di tagli rapidi e veloci.
La RBNZ ha abbassato il tasso di liquidità di 75 bps al 4,25% finora in questo ciclo e i mercati prevedono che scenderà a poco più del 3% entro la fine del 2025.
5/ ZONA EURO
La BCE è saldamente in modalità di allentamento, tagliando il suo tasso di deposito di 25 bps al 3% giovedì, nella sua quarta mossa di questo tipo quest'anno, e mantenendo la porta aperta ad ulteriori riduzioni.
Ha inoltre segnalato la possibilità di ulteriori tagli, eliminando un riferimento al mantenimento di tassi "sufficientemente restrittivi", in gergo economico per un livello di costi di prestito che frena la crescita economica.
I mercati prevedono un inasprimento di circa 130 punti base entro la fine del 2025.
6/ STATI UNITI
La Federal Reserve si sta muovendo in modo più cauto con l'allentamento monetario, dato che un'economia robusta e i tagli fiscali e i dazi sulle importazioni proposti dal Presidente eletto Donald Trump complicano le prospettive di inflazione degli Stati Uniti.
Mentre la Fed ha tagliato il suo tasso principale di 25 pb, portandolo ad un intervallo di 4,5%-4,75% a novembre e gli operatori si aspettano un ulteriore taglio di un quarto di punto il 18 dicembre, i consumatori statunitensi sono ottimisti sull'economia e sulle prospettive di guadagno e sono pronti a spendere.
7/ BRITANNIA
Anche la Banca d'Inghilterra si sta trattenendo da un rapido allentamento, avendo tagliato i tassi a novembre solo per la seconda volta dal 2020. I mercati monetari implicano una probabilità del 90% che la BoE rimanga ferma alla riunione del 19 dicembre.
I trader vedono il tasso base britannico scendere dall'attuale 4,75% a circa il 3,9% entro la fine del 2025, in quanto l'aumento della spesa pubblica sotto la nuova leadership laburista stimola la crescita e mantiene l'inflazione al di sopra dell'obiettivo del 2% della BoE.
8/ NORVEGIA
La banca centrale norvegese non ha ancora iniziato l'allentamento, avendo mantenuto il suo tasso di policy ad un massimo di 16 anni del 4,5% a novembre e guidando i mercati a non aspettarsi un taglio nella riunione del 19 dicembre.
Un'economia robusta ha contribuito a far salire l'inflazione core annuale al 3% a novembre, con un allontanamento indesiderato dall'obiettivo del 2% della Norges Bank. I mercati attualmente prezzano un taglio dei tassi entro marzo.
9/ AUSTRALIA
La Reserve Bank of Australia ha mantenuto i tassi fermi ad un massimo di 12 anni del 4,35% martedì, ma ha ammorbidito il suo tono sull'inflazione, aumentando la probabilità, implicita nel mercato, di un taglio di un quarto di punto a febbraio a più del 50%.
La RBA, che non ha modificato i costi di prestito per più di un anno, ha preso atto di un rallentamento della crescita economica a sorpresa, in quanto i tassi elevati hanno scoraggiato le famiglie a spendere, nonostante un recente ciclo di tagli fiscali.
10/ GIAPPONE
L'aumento dell'inflazione ha spinto la Banca del Giappone, da tempo un po' anomala, a far salire i costi di prestito allo 0,25% a luglio, con una mossa che ha creato scompiglio nelle contrattazioni globali sostenute dalle sue politiche monetarie ultra-allentate, generando una breve crisi di mercato.
Da allora, la BOJ ha mantenuto i tassi e si prevede che lo farà di nuovo la prossima settimana a seguito dell'incertezza politica dopo che la coalizione al governo del Giappone ha perso la maggioranza alle elezioni di ottobre, con un rialzo di 25 punti percentuali considerato più probabile che non a gennaio.