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Zurigo, 22 settembre 2022

Esame trimestrale del 22 settembre 2022 della situazione economica e monetaria

La Banca nazionale inasprisce ulteriormente la politica monetaria e innalza il tasso guida BNS allo 0,5%

La Banca nazionale inasprisce ulteriormente la politica monetaria e innalza il tasso guida BNS di 0,75 punti percentuali, allo 0,5%. In tal modo contrasta la pressione inflazionistica ancora cresciuta e ostacola il propagarsi dell'inflazione a beni e servizi che finora ne sono stati poco colpiti. Non è da escludere che si rendano necessari ulteriori rialzi del tasso di interesse per garantire la stabilità dei prezzi a medio termine. Al fine di assicurare condizioni monetarie adeguate, la Banca nazionale afferma anche la sua disponibilità ad agire all'occorrenza sul mercato dei cambi.

La modifica del tasso di interesse entrerà in vigore domani 23 settembre 2022. La Banca nazionale adegua inoltre l'attuazione della politica monetaria al contesto di tassi di interesse positivi. In tal modo fa sì che i tassi a breve sui crediti garantiti del mercato monetario continuino a situarsi in prossimità del tasso guida BNS. Gli averi a vista detenuti dalle banche sui suoi conti vengono remunerati fino a un dato limite al tasso guida BNS. Agli averi a vista eccedenti tale limite è applicato un tasso di interesse pari a zero. In aggiunta a ciò, la Banca nazionale adotterà misure finalizzate all'assorbimento di liquidità.

L'inflazione è salita al 3,5% in agosto e a breve termine rimarrà probabilmente accentuata. Il recente incremento è riconducibile soprattutto al rincaro di beni, in particolare energetici e alimentari. La nuova previsione condizionata di inflazione della Banca nazionale si basa sull'assunto che il tasso guida BNS rimanga pari allo 0,5% lungo l'intero orizzonte previsivo (grafico 1). Fino alla metà del 2024 essa si situa su valori superiori rispetto a quella formulata in giugno, per poi collocarsi su livelli inferiori ad essi per effetto della politica monetaria ora più restrittiva e, alla fine del periodo previsivo, attestarsi al 2%. Secondo la nuova previsione, l'inflazione si situa nella media annua al 3% per il 2022, al 2,4% per il 2023 e all'1,7% per il

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2024 (tabella 1). Senza l'aumento del tasso di interesse annunciato oggi la previsione di inflazione presenterebbe valori nettamente più elevati.

Negli ultimi mesi la crescita economica globale ha sensibilmente rallentato. Nello stesso tempo in numerosi paesi l'inflazione ha raggiunto valori ben superiori all'obiettivo delle banche centrali, che in molti casi hanno risposto inasprendo ulteriormente la propria politica monetaria.

Nel suo scenario di base per l'economia mondiale la Banca nazionale si attende un andamento debole dell'economia. Ad agire da freno sono in particolare la situazione energetica in Europa, la perdita di potere d'acquisto dovuta all'inflazione e le condizioni di finanziamento più rigide. L'inflazione si manterrà in un primo tempo accentuata. A medio termine, però, l'incidenza di fattori temporanei, come le difficoltà nelle catene di distribuzione, è probabilmente destinata a diminuire. Anche la politica monetaria sempre più restrittiva attuata in molti paesi dovrebbe contribuire a riportare gradualmente l'inflazione su livelli più moderati.

Questo scenario per l'economia mondiale è soggetto a rischi significativi. La situazione energetica potrebbe ulteriormente acuirsi. Nello stesso tempo, l'elevata inflazione potrebbe consolidarsi e richiedere risposte di politica monetaria più decise all'estero. Infine, il decorso della pandemia da coronavirus rimane un'importante fonte di rischio.

In Svizzera la crescita del prodotto interno lordo (PIL) nel secondo trimestre, pari all'1,1%, è risultata inferiore al previsto, principalmente a causa di un andamento più debole dell'industria. Le prospettive a breve termine sono peggiorate. Per contro, sul mercato del lavoro la situazione si è confermata positiva.

L'ulteriore evoluzione della congiuntura sarà probabilmente influenzata dal rallentamento economico all'estero e dalla disponibilità di energia in Svizzera. Finora sono aumentati sensibilmente soprattutto i prezzi del gas naturale e dell'elettricità.

Per il 2022 la Banca nazionale si aspetta una crescita del PIL pari a circa il 2%, ossia approssimativamente mezzo punto percentuale in meno rispetto a quanto atteso in occasione dell'ultimo esame della situazione economica e monetaria. L'incertezza cui è soggetta questa previsione è ancora elevata. Una contrazione della congiuntura globale, un aggravamento della scarsità di gas in Europa e una penuria di energia elettrica in Svizzera rappresentano i rischi principali. Inoltre, non è da escludere un riacuirsi della pandemia da coronavirus.

Sia i prestiti ipotecari che i prezzi delle case unifamiliari e degli appartamenti di proprietà sono ulteriormente cresciuti negli scorsi trimestri, mentre dagli ultimi dati disponibili si colgono segnali di un rallentamento nei prezzi degli immobili residenziali a reddito. La Banca nazionale continuerà a seguire attentamente gli sviluppi sul mercato ipotecario e immobiliare.

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