In realtà, SAIC fatica a liberarsi dell'immagine generalmente negativa associata ai subappaltatori del settore pubblico, dove effettivamente i contratti sono meno redditizi rispetto al settore privato e le procedure di gara sono lunghe e laboriose.

Paradossalmente, questa difficoltà rappresenta un vantaggio per gli attori ben posizionati sul mercato, abituati alle procedure complesse e con buoni contatti nell'amministrazione a volte tortuosa. Quest'ultima scoraggia i nuovi operatori e rafforza la loro posizione competitiva, nonostante qualche punto di margine sacrificato.

Il corollario di questo posizionamento commerciale, che a volte può avere un impatto negativo sui margini o sulla crescita, è un fatturato molto stabile, grazie alla visibilità fornita dai contratti a lungo termine e allo smistamento che avviene all'inizio del processo di gara.

SAIC, che realizza la maggior parte del suo fatturato con il governo federale, in particolare nel settore della difesa, ha appena concluso un trimestre molto simile allo stesso periodo dell'anno scorso.

Non vi è una vera crescita, ma un margine operativo che migliora sensibilmente ora che il programma di ristrutturazione è giunto al termine, oltre ad alcuni ottimi contratti vinti, tra cui uno con la Marina degli Stati Uniti e l'agenzia nazionale per il controspionaggio.

Le previsioni del management per l'anno fiscale 2024 prevedono un calo del fatturato da 7,7 a 7,2 miliardi di dollari. Il free cash flow dovrebbe essere dell'ordine di 460-480 milioni di dollari, ovvero 20-30 milioni in meno rispetto all'anno fiscale 2023.

Come di consueto, due terzi di questi utili saranno utilizzati per riacquistare azioni e il terzo rimanente per distribuire dividendi. Con le valutazioni cronicamente ancorate a meno di x12-x13 degli utili, a priori questo approccio gestionale ha molto senso.