L'indice delle blue chip cinese ha archiviato la seduta in rialzo, con le società industriali che hanno registrato un aumento degli utili per il quarto mese consecutivo ad agosto, segnalando una continua ripresa nella seconda economia mondiale dalla crisi del coronavirus.

L'indice delle blue chip CSI300 ha guadagnato lo 0,3%, a 4.581,91, mentre l'indice composito di Shanghai è sceso dello 0,1% a 3.217,53.

Gli utili delle società industriali cinesi sono aumentati, sostenuti in parte da un rimbalzo dei prezzi delle materie prime e della produzione di attrezzature, secondo quanto riferito ieri dall'ufficio statistico.

Le società immobiliari hanno guidato i rialzi, con l'indice immobiliare CSI300 che ha chiuso a +1,6% grazie all'allentamento dei timori in merito a China Evergrande Group.

Venerdì sera China Evergrande Group ha fornito un aggiornamento sui piani Ipo delle unità di veicoli elettrici e property management del gruppo, segnalando che potrebbero raccogliere circa 7 miliardi di dollari tra i crescenti timori di una crisi di liquidità.

L'indice CSI300 dei beni di prima necessità ha guadagnato lo 0,7%, mentre l'indice 'healthcare' CSI300 ha lasciato sul terreno l'1,3%.

In controtendenza rispetto al trend positivo, i titoli dei semiconduttori cinesi hanno perso terreno dopo che gli Stati Uniti hanno imposto restrizioni sulle esportazioni al più grande produttore cinese di chip, Smic, citando il rischio di uso militare.

Il gruppo a doppia quotazione, è scivolato di oltre il 4% sia a Hong Kong che a Shanghai.

L'indice di Hong Kong Hang Seng ha chiuso in rialzo dell'1,0% a 23.476,05.

(Tradotto da Redazione Danzica, in Redazione a Roma Stefano Bernabei)