Come molte altre società quotate, Shimano si sta appena riprendendo dalle profonde distorsioni causate dalla pandemia. La domanda dei suoi prodotti è esplosa durante il Covid, tanto che negli ultimi trimestri il gruppo si è trovato con un eccesso di scorte, che sono diventate difficili da vendere in un clima economico tornato alla normalità.
Questo spiega la recente compressione dei margini, insolita per un marchio con una tale aura e il pricing power che ne deriva. Le previsioni degli analisti variano, ma quelli di MarketScreener tendono a pensare che quest'anno gli utili di Shimano dovrebbero tornare a 500-600 milioni di dollari.
Secondo questo scenario, e al prezzo attuale, il valore dell'azienda si aggira quindi intorno a x20-x22 di utili. Un multiplo inferiore alla sua media decennale, ma comunque moderatamente interessante se ricordiamo che nell'ultimo ciclo la crescita è stata molto modesta: in dollari, il 2% annuo nell'ultimo decennio.
Inoltre, come spesso accade in Asia, i generosi profitti realizzati dal gruppo si accumulano in bilancio anziché essere ridistribuiti agli azionisti. Su pressione dei suoi azionisti stranieri, tra cui First Eagle, Shimano ha lanciato tre anni fa un programma di riacquisto di azioni.
Il programma rimane timido, così come la distribuzione dei dividendi.