ShockWave Medical, Inc. ha annunciato che i dati a lungo termine dello studio Disrupt PAD III hanno rilevato che una preparazione superiore del vaso con IVL ha portato a risultati eccellenti a lungo termine, fino a due anni, con la conservazione di future opzioni di trattamento rispetto all'angioplastica percutanea transluminale nel trattamento della malattia arteriosa periferica calcificata. I risultati finali del più grande studio randomizzato sulle lesioni periferiche gravemente calcificate sono stati presentati dagli sperimentatori in una sessione di ricerca clinica in primo piano alle 2022 Sessioni Scientifiche della Society for Cardiovascular Angiography & Interventions e pubblicati simultaneamente su JSCAI. Come pubblicato in precedenza, l'IVL a 30 giorni ha dimostrato la superiorità rispetto alla PTA nell'analisi dell'endpoint primario, definito come successo procedurale con una stenosi residua inferiore o uguale al 30% senza dissezione limitante il flusso, prima del palloncino rivestito di farmaco o dello stent, con un tasso del 65,8% rispetto al 50,4%, come determinato da un laboratorio angiografico indipendente.

Inoltre, PAD III ha dimostrato che l'IVL ha ottenuto una riduzione della frequenza e della gravità delle dissezioni maggiori limitanti il flusso, una riduzione del tasso di impianto di stent e nessun evento di embolizzazione o perforazione distale. Questi nuovi risultati a lungo termine hanno rilevato che l'endpoint secondario alimentato della pervietà primaria ha favorito l'IVL rispetto alla PTA a un anno ed è rimasto favorevole fino a due anni, rispettivamente. Disrupt PAD III è stato uno studio prospettico, multicentrico, randomizzato, progettato per dimostrare la sicurezza e l'efficacia dell'IVL come procedura di preparazione del vaso nelle lesioni femorali e poplitee superficiali da moderate a gravemente calcificate, seguita da un DCB o da uno stent.

Lo studio ha arruolato 306 pazienti randomizzati tra IVL e PTA in 45 siti negli Stati Uniti, Germania, Austria e Nuova Zelanda. Nel braccio IVL, l'82,9% dei pazienti è stato classificato dal laboratorio angiografico come affetto da calcificazione grave, con una lunghezza media della lesione calcificata di 129,4 millimetri. Ad affiancare il Dr. Gray come co-principale ricercatore dello studio è stato Gunnar Tepe, M.D., Capo del Dipartimento di Radiologia Diagnostica e Interventistica, RoMed Clinic Rosenheim, Germania.