MILANO (MF-DJ)--Il presidente del Parlamento tunisino ha accusato il presidente del Paese di aver tentato un colpo di stato, dopo che ha licenziato il premier e sospeso i lavori dell'organo legislativo, aggravando la crisi politica in atto nell'unica democrazia emersa dalle rivolte della Primavera araba.

Ieri il presidente tunisino, Kais Saied, ha licenziato il primo ministro, Hichem Mechichi, ha congelato il Parlamento e ha privato i legislatori dell'immunità parlamentare. Ciò ha fatto seguito a violente proteste durante le quali i manifestanti hanno denunciato la difficile situazione economica del Paese e la cattiva gestione del Covid-19, con un focolaio che ha messo a dura prova il sistema sanitario nazionale. I manifestanti hanno preso d'assalto gli uffici regionali del partito islamista Ennahdha, il più grande in Parlamento, secondo i funzionari di partito e alcuni video degli incidenti.

"Stiamo assistendo a una delle situazioni più minacciose nella storia della Tunisia", ha detto Saied in un discorso televisivo ieri sera, seduto a capotavola insieme ad alcuni alti funzionari della sicurezza e a militari tunisini in uniforme. A seguito dell'annuncio, si sono svolte distinte proteste pro e contro i decreti di Saied.

Saied ha affermato che è in suo potere licenziare il primo ministro e sospendere il Parlamento, citando un articolo della Costituzione, quando si tratta di proteggere il Paese da una minaccia imminente. L'articolo conferisce al presidente il potere di adottare tutte le misure rese necessarie da "circostanze eccezionali" previa consultazione con il primo ministro e il presidente del Parlamento.

Oggi Rached Gannouchi, il presidente del Parlamento, ha invitato i tunisini a unirsi "contro questo tentativo di colpo di stato e il ritorno alla dittatura e a difendere le loro libertà e democrazia", secondo un post del partito Ennahdha, a cui appartiene. Gannouchi ha parlato davanti al palazzo del Parlamento, sempre secondo il partito, dopo che le forze di sicurezza gli hanno impedito di entrare nell'edificio e ha detto di non essere stato consultato dal presidente in merito alle misure prese durante il fine settimana.

I legislatori di Ennahdha e i loro sostenitori hanno organizzato un sit-in di protesta fuori dal Parlamento oggi, ha detto un leader del partito. I manifestanti avversari hanno lanciato pietre contro la folla fuori dai cancelli dell'assemblea.

Le mosse del presidente hanno creato preoccupazione per il futuro della democrazia tunisina, l'unico sistema democratico stabile emerso dalle rivolte in Medio Oriente e Nord Africa nel 2011, note come Primavera araba.

La Tunisia è stato il primo Paese a rovesciare un Governo autocratico nel gennaio 2011 e a passare alla democrazia ma la sua economia non è riuscita a generare abbastanza posti di lavoro, provocando il malcontento tra i tunisini che ritengono che la rivoluzione non abbia raggiunto i suoi obiettivi di creare giustizia sociale. Anche gli sforzi per riformare le istituzioni statali, comprese le forze di sicurezza, sono in stallo.

La Tunisia è anche in mezzo a uno dei peggiori focolai di Covid-19 della regione, guidato in parte dalla variante Delta altamente trasmissibile. Il Paese ha riportato 170.460 nuovi casi e 4.111 nuovi decessi nell'ultimo mese, in un Paese di soli 11,6 milioni di abitanti. Mechichi ha licenziato il ministro della Salute a luglio dopo che i funzionari avevano avvertito che il sistema sanitario era sull'orlo del collasso. Solo il 7% circa della popolazione è stato completamente vaccinato, secondo i dati della Johns Hopkins University.

La pandemia e la crisi economica combinate si sono intensificate nelle ultime settimane quando il Governo ha tentato di negoziare un prestito da 4 miliardi di dollari con il Fondo monetario internazionale, in mezzo a un Parlamento diviso e all'opposizione dei potenti sindacati. I sindacati, insieme ad alcuni politici e analisti tunisini, hanno avvertito che le misure di austerità necessarie per sbloccare nuovi finanziamenti dell'Fmi avrebbero un impatto troppo pesante sui tunisini, a causa del taglio della spesa pubblica e l'aumento dei prezzi dei beni di prima necessità.

Saied, giurista e politico indipendente, è il secondo presidente liberamente eletto della Tunisia dopo la schiacciante vittoria elettorale nel 2019. La sua decisione di sospendere il Parlamento sembra aver diviso ulteriormente la Tunisia, con alcuni dei suoi sostenitori che festeggiano per le strade nel centro Tunisi.

Saied ha anche avvertito gli oppositori di non usare la violenza. "Chiunque spari un solo proiettile incontrerà una pioggia di proiettili da parte delle nostre forze armate", ha detto.

cos

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July 26, 2021 08:39 ET (12:39 GMT)