Da allora la capitalizzazione di mercato della società si è dimezzata ed è tornata a livelli molto più ragionevoli, pari a x10 degli utili previsti per quest'anno, oltre a un rendimento da dividendo del 6,5%.

Come i suoi colleghi, Sixt è stata duramente colpita dall'aumento dei tassi d'interesse e dal contraccolpo della penuria legata alla pandemia. Di conseguenza, il valore residuo della sua flotta è sceso bruscamente, rendendo necessari immediati aggiustamenti.

Come promesso dal direttore finanziario alla fine del primo trimestre, questi aggiustamenti sono stati effettuati e la situazione del gruppo — noto per il suo stile di gestione quasi militare — è migliorata nel secondo trimestre.

Tuttavia, per il 2024 si prevede un utile ante imposte tra i 340 e i 390 milioni di euro. Si tratta del livello più basso degli ultimi quattro anni, anche se da allora il fatturato è aumentato notevolmente.

Come per molte altre aziende quotate, le distorsioni causate dalla pandemia sono state profonde. A distanza di anni, continuano a confondere le acque e a rendere meno leggibili gli indici di redditività "normalizzati".

MarketScreener osserva tuttavia che la capitalizzazione di mercato di Sixt rappresenta un multiplo di x7-x8 dell'utile ante imposte previsto per quest'anno. Ciò significa che Sixt è tornata ai minimi storici, il che è motivo di preoccupazione.

Il gruppo continua a espandersi, e con successo. La sua quota di mercato è in aumento e il fatturato consolidato è cresciuto del 10% nel primo semestre. La performance negli Stati Uniti, dove il fatturato è aumentato del 24,3%, è ancora più notevole.

Sixt continua a mostrare la migliore redditività del suo settore, che è notoriamente implacabile, soggetto a un elevato rischio di credito e in cui si sono verificati numerosi e clamorosi fallimenti. Il gruppo tedesco sta certamente bene: in vent'anni non ha mai mancato di pagare un dividendo, passato da 0,3 euro per azione nel 2003 a 3,9 euro per azione l'anno scorso.

Il suo successo è dovuto in gran parte alla partnership privilegiata con i costruttori tedeschi, che forniscono i veicoli e finanziano direttamente gran parte dei leasing operativi.