ROMA (MF-DJ)--Dal terzo al secondo posto nello spazio di un Consiglio dei ministri. Con l'aggiornamento della Nadef, approvato il 4 novembre, l'Italia diventa medaglia d'argento in Europa per volume di spesa contro il caro-energia, superando la Francia.

Lo scrive MF-Milano Finanza spiegando che la nota di aggiornamento del documento di economia e finanza del governo Meloni, infatti, a cavallo col 2023 libera complessivamente altri 30 miliardi di euro per il contrasto alla crisi energetica, che si aggiungono alle risorse già messe in campo dall'esecutivo Draghi: si tratta dell'intero ammontare della manovra netta 2023, stimata in circa 21 miliardi di euro, e dei 9,5 miliardi di euro da destinati alle misure del decreto Aiuti-quater. Si sale così a 87,6 miliardi circa, contro i 71,6 miliardi fin qui stanziati dalla Francia, appesantita anche dalla nazionalizzazione di Edf. Solo la Germania ha fatto di più, guadagnandosi un irraggiungibile primo posto con ben 264 miliardi di euro, sebbene spalmati in più anni.

Qualche numero: l'importo lordo delle misure di contrasto al caro energia adottate in Italia nel corso di quest'anno è quantificabile in circa 57,6 miliardi, pari al 3% del pil, includendo i 3,8 miliardi originariamente stanziati con la legge di bilancio per il 2022.

"Il perdurare della crisi energetica", si legge scorrendo le 30 pagine della Nadef aggiornata e rivista da Meloni e dal ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, "ha reso necessario prorogare ulteriormente le misure riguardanti la riduzione delle aliquote di accisa sui prodotti energetici utilizzati come carburanti, l'esenzione dall'accisa per il gas naturale per autotrazione e la riduzione al 5% dell'Iva per le forniture di gas naturale per autotrazione, previste da precedenti provvedimenti intrapresi nel 2022".

Il controvalore di questi interventi è tutto sommato contenuto: si parla di effetti di circa 580 milioni di euro. Di questi, le misure temporanee per famiglie e imprese più vulnerabili agli aumenti dei prezzi dell'energia (cd. misure targeted) rappresentano circa il 46,1%.

Il pacchetto resta fermo a circa 402 milioni nel 2023, mentre la stima sale lievemente, da 207 a 228 milioni, per il 2024.

"Queste proroghe non comportano un peggioramento del deficit della Pubblica amministrazione, in quanto i relativi effetti finanziari sono compensati dalle maggiori entrate Iva per le variazioni del prezzo internazionale del greggio dal primo settembre al 13 ottobre 2022, nonché", si legge sempre nella nota, "tramite la riduzione e razionalizzazione di fondi e spese del bilancio dello Stato".

Le pmi, intanto, si confermano al limite: l'ultimo allarme arriva da Fedelazio, che ha sondato 200 imprese. Emerge che il 5% è a rischio chiusura, il 18% ritiene di poter reggere ancora solo alcuni mesi, e un altro 10% prevede una riduzione delle attività e la necessità di ricorrere alla Cig per i dipendenti.

Nel frattempo è arrivato il via libera al secondo rigassificatore galleggiante. Dopo Piombino, anche Ravenna avrà il suo impianto. Il decreto autorizzativo è stato firmato dal presidente della Regione Emilia-Romagna e commissario straordinario di Governo, Stefano Bonaccini, alla presenza dell'ad di Snam, Stefano Venier. Dovrà essere installato entro settembre 2024, e avrà una capacità annua di circa 5 miliardi di metri cubi di gas naturale, equivalente a circa il 16,5% della quantità importata oggi dalla Russia (29 miliardi di mc). L'investimento è stimato in circa un miliardo di euro.

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0808:21 nov 2022


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