MILANO (MF-DJ)--Non c'è solo la partita per il raddoppio della capacità sul tavolo degli azionisti del gasdotto Tap, l'acronimo del Trans Adriatic Pipeline. Nel breve si potrebbe, infatti, prospettare un mini riassetto tra i soci. Secondo quanto appreso da MF-Milano Finanza da più fonti finanziarie, il gruppo energetico svizzero Axpo starebbe valutando la possibilità di valorizzare la propria quota nell'infrastruttura che trasporta in Europa il gas naturale del giacimento di Shah Deniz II, in Azerbaijan, attraversando il nord della Grecia, l'Albania e il Mare Adriatico prima di approdare nel sud Italia, in Puglia, dove si connette alla rete di distribuzione italiana del gas. Axpo possiede il 5% dell'infrastruttura, mentre gli altri azionisti sono Bp (20%), Socar (20%), Snam (20%), Fluxys (19%) ed Enagás (16%). Sulla base di recenti valutazioni, è possibile che il valore della quota che la multinazionale svizzera sta pensando di cedere possa aggirarsi intorno ai 250 milioni di euro. Almeno questo sarebbe il valore assegnato dal mercato ricostruendo anche quello assegnato alla quota Snam, del 20%, che dovrebbe aggirarsi nell'ordine di un miliardo di euro.

A rilevare il 5% in questione, però, non dovrebbero essere grandi fondi internazionali o nuovi operatori strategici, ma direttamente gli altri cinque azionisti che entrerebbero in possesso delle azioni Axpo in quota parte, quindi in misura proporzionale a quanto già detenuto nell'asset. Per cui, secondo questo schema Bp, Socar e Snam si spartirebbero la fetta più grossa, seguiti poi da Fluxys e infine da Enagá. Così suddiviso l'esborso per gli altri soci sarebbe irrisorio, ma consentirebbe appunto ad Axpo di incassare una somma considerevole per portare avanti i propri progetti di produzione di energia da fonti green.

glm

MF-DJ NEWS

0608:29 ott 2022


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October 06, 2022 02:30 ET (06:30 GMT)