MILANO (MF-DJ)--Ora che è saldamente ormeggiata alla banchina, in corso Italia le discussioni sulla Golar Tundra sono accese quanto quelle sul presunto fallo di mano di Rabiot in Inter-Juve. E' lunedì mattina ma il calcio non è l'unico argomento per le persone riunite in capannelli. E solo in parte si tratta di pensionati. La presenza anche di giovani uomini è un memento dell'eterna crisi della città, dei licenziamenti, della cassa integrazione per centinaia di lavoratori.

Dal centro di Piombino, si legge su La Repubblica, il porto non si vede. Ma appena ci si affaccia sul lato est del promontorio dove è costruita la città, compare la murata blu (il colore preteso dalla Soprintendenza) della nave grande come un palazzo. Golar Tundra è lunga quasi 300 metri e alta 55, ma ormeggiata nella banchina non disturba il transito di altre imbarcazioni e, soprattutto dei traghetti, che qui fanno continuamente avanti e indietro con l'Isola d'Elba. "Saremo pronti a maggio per immettere il gas, grazie a otto chilometri di tubature che dal porto entrano nella rete nazionale", assicurano Elio Ruggeri, ad di Snam Frsu Italia, e il managing director di Snam, Massimo Derchi. "Inoltre - aggiungono - è partita l'asta, in settimana sapremo chi si sarà aggiudicato la capacità della Golar Tundra per vent'anni". La nave resterà tre anni in Toscana e poi andrà offshore, cioè lontano dalla costa, nell'alto Tirreno o nell'alto Adriatico.

I comitati che protestano ormai da un anno, da quando il governo Draghi ha dato il via all'operazione, al momento se ne stanno in silenzio, o quasi. Annunciano solo che "la battaglia non è finita". Dopo qualcosa come sessanta manifestazioni, alcune da migliaia di partecipanti, per denunciare rischi legati a possibili incidenti al rigassificatore e il potenziale inquinamento, ieri c'è stato un presidio, una decina di persone in tutto, con cartelli apocalittici: "la nave della strage è nel porto di Piombino".

Ha taciuto per molte ore il sindaco di Piombino, Francesco Ferrari, che si trova in una posizione difficile. E' di Fratelli d'Italia e, fin dall'inizio, ha osteggiato l'arrivo della nave, con tanto di ricorsi al Tar. Adesso che al governo c'è la leader del suo partito, che ha tenuto la stessa linea di Draghi, Ferrari sembra trovarsi in contromano. Il ministro all'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ieri, durante la presentazione del nuovo Affari e Finanza, ha del resto spiegato che "dopo Piombino arriverà un impianto a Ravenna nel 2024. Poi dovremmo aggiungerne ancora uno o due, perché mentre il tubo in qualsiasi momento può fermarsi, con i rigassificatori è possibile acquistare da tutto il mondo".

Il presidente della Regione, il dem Eugenio Giani, commissario straordinario del governo per l'opera, è raggiante. E parla di "nave della libertà" (dal gas russo). Finito nel mirino dei comitati, è andato avanti e ora, assicura, si batterà per le compensazioni. "Ci siederemo a un tavolo con l'esecutivo - dice -. Discuteremo di bollette scontate per cittadini e imprese, di bonifiche dell'area dell'acciaieria, di strade e altro ancora. Vanno subito messi a disposizione 80 milioni". Ma Ferrari controbatte: "i tanti dubbi sulla sicurezza dell'impianto che il Comune ha sollevato non sono stati chiariti".

Il Tar non ha dato la sospensiva alla procedura che ha portato la nave in Toscana e nel merito deciderà il 5 luglio. A quel punto, secondo Giani, visto che la Golar Tundra avrà già iniziato a lavorare, le operazioni procederanno qualunque sia l'esito. Ferrari invece sostiene che "se il tribunale accoglierà il ricorso, la nave dovrà e andarsene dalla nostra città". I comitati ovviamente sono con lui ma ad ascoltare quanto si dice in città sembra che molti la vedano diversamente.

cos


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March 21, 2023 05:08 ET (09:08 GMT)