ROMA (MF-DJ)--Tutti d'accordo alla prima assemblea pubblica di Proxigas (l'Associazione di riferimento del settore gas): l'Italia per mettersi al sicuro sul fronte energetico deve procedere spedita sulle infrastrutture, dai rigassificatori ai metanodotti alle reti di distribuzione. Perchè il gas - biometano e idrogeno compresi - ci accompagnerà ancora a lungo nella trasizione.

"Abbiamo minimizzato i problemi, non li abbiamo risolti", ha detto Stefano Besseghini, presidente di Arera, parlando della crisi del gas. "Li abbiamo ancora davanti, alcuni si presenteranno nelle prossime settimane e l'attenzione deve rimanere alta", ha aggiunto, perciò "un atteggiamento di sana, prudente, pragmatica attenzione credo non sia sbagliato" e bisogna "cercare di avere il massimo della flessibilitá".

"Sono d'accordo con Besseghini, da questa crisi non è che siamo usciti, abbiamo messo delle pecette, siamo in un momento un pò piú sereno, ma è non risolta", ha detto l'ad di Snam, Stefano Venier, parlando della necessitá di "altre soluzioni di flessibilitá" rispetto a quelle

giá attate. Secondo il manager, l'Italia deve "recuperare una sicurezza di sistema che oggi non abbiamo" perchè "stiamo camminando su un filo sottile" rappresentato dal fatto che l'unico metanodotto che porta il gas da Sud a Nord è quello tirrenico che ha una capacitá massima di 126 milioni di metri cubi giorno.

"Dovremo guardare piú a lungo termine", ha ammonito Venier, ricordando

che "l'Italia è l'unico Paese Ue ad avere cinque pipeline che connettono

cinque diverse fonti: questo vantaggio noi lo dobbiamo utilizzare". E "non solo per strutturare la capacitá di ridondanza", ha precisato, ma, "anche anche in relazione agli ultimi accordi fatti, per rendere il sistema resiliente".

La dorsale Adriatica, che Snam ha in programma di terminare entro il

2027, ha spiegato Venier, "sarebbe di aiuto a ribilanciare il flusso che

arriva dall'Azerbaigian e che ora viene convogliato sull'asse tirrenico".

Perciò, ha concluso il manager, "dobbiamo ridisegnarci, riagggiustarci, e

creare le condizioni per cogliere le opportunitá".

"Il corridoio Est-Ovest si è praticamente chiuso, siamo al 6-7% forse anche meno", ha riferito l'ad di Eni, Claudio Descalzi, parlando dell'approvvigionamento, e "il gas che arriva a Tarvisio lo prendiamo dall'hub austriaco". Per questo, secondo il manager, "non dobbiamo interrompere le cose che stiamo facendo", come i rigassificatori, anche perchè "quando ci servono dobbiamo essere veloci". Ed "è chiaro che se vogliamo essere hub", ha ribadito Descalzi, l'Italia deve dotarsi delle infrastrutture che portino il gas "da Sud a Nord" che ora "sono piccole rispetto a quello che andiamo a fare".

Con la messa in funzione del rigassificatore di Piombino, prevista a maggio, "dovremo riuscire ad avere non solo gas, potremo avere anche prezzi piú bassi", ha detto Descalzi, aggiungendo che "c'è gas se ci sono i rigassificatori" e, con esso, "meno incertezze".

"Se continua così a marzo dovremmo avere gli stoccaggi al 60-65%, se va

bene", ha spiegato il manager, e per riempirli per il prossimo inverno

serviranno "7 miliardi di metri cubi di LNG. Se da maggio c'è la

possibilitá, questi 7 miliardi in quota 5 potrebbero essere indirizzati

agli stoccaggi". "Il gas ci sará - ha assicurato Descalzi -, dovremo risucire a ricerverlo e metterlo negli stoccaggi" e anche "il prezzo potrebbe rimanere abbastanza calmierato".

"Come distributori stiamo preparando la nostra infrastruttura a recepire gas diversi e questo è possibile solo attraverso la trasformazione digitale delle reti che consente loro di essere pronte ad accogliere biometano, sin da subito, e idrogeno nel prossimo futuro", ha detto l'ad di Italgas, Paolo Gallo, secondo il quale "il biometano può arrivare a coprire sino al 10% dei consumi di gas del nostro Paese".

"Il nostro intervento è così volto a creare un network digitale, intelligente e flessibile, in grado di gestire piú commodity in contemporanea", ha spiegato Gallo, ma "è fondamementale una trasformazione digitale di una infrastruttura di distribuzione, perchè domani che ci sará anche il biometano e l'idrogeno noi dobiamo essere in grado di gestirla".

"Non possiamo prescindere da un nuovo tubo da Sud a Nord. Ecco perchè diventa strategica la linea Adriatica, anche per l'Europa se vogliamo diventare hub energetico. Questi 420 chilometri vanno fatti e subito", ha detto il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. "La prospettiva della neutralità carbonica al 2050 vede il gas protagonista non solo nella fase di transizione ma anche dopo, come combustibile 'verde' con gli impieghi del biometano nei trasporti e negli impianti di riscaldamento", ha rimarcato.

gug

guglielmo.valia@mfdowjones.it


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January 25, 2023 12:01 ET (17:01 GMT)