MILANO (Reuters) - Cattolica è in colloqui avanzati con tre banche per formare il consorzio di garanzia per l'aumento di capitale da 200 milioni di euro che la compagnia dovrà lanciare per completare il piano di rafforzamento patrimoniale complessivo da 500 milioni richiesto da Ivass.

Lo dicono tre fonti vicine alla situazione specificando che il consorzio, che non è stato ancora formalizzato, dovrebbe essere costituito da Mediobanca, Imi-Intesa Sanpaolo e Goldman Sachs.

Il lancio dell'aumento sul mercato era atteso per gennaio ma secondo due fonti è probabile che slitti visto che le interlocuzioni con la Consob per l'approvazione del prospetto informativo proseguono.

Nell'ambito dei rilievi effettuati dopo un'ispezione conclusa con un risultato "sfavorevole", Ivass ha chiesto a Cattolica un'accelerazione sulla chiusura della seconda tranche di aumento di capitale dopo che lo scorso ottobre Generali, nell'ambito di un accordo di partnership, ha sottoscritto un aumento di capitale riservato da 300 milioni diventando il primo azionista del gruppo veronese con il 24,4%

La compagnia triestina potrà ora sottoscrivere la ricapitalizzazione in arrivo pro quota per circa 50 milioni di euro.

Nel verbale ispettivo che ha fatto riferimento al 2018, al 2019 e ai primi mesi del 2020, l'Autorità ha inoltre chiesto un ricambio netto del Cda, ponendo in particolar modo l'accento sul presidente, rimedi per la gestione dei rischi e la vendita delle azioni rivenienti dal recesso legato alla trasformazione in Spa entro la fine del 2021.

In merito al sistema di governo societario Ivass ha sottolineato in particolare che il Cda di Cattolica "non ha improntato la propria azione circa i vari rischi a canoni di cautela e prudenza con conseguente pregiudizio potenziale per la solvibilità del gruppo e la necessità di rafforzamento dei mezzi propri".

In un Cda straordinario di domenica scorsa la compagnia veronese ha detto di aver avviato, sotto la responsabilità dell'AD Carlo Ferraresi, i lavori sul piano di rimedio chiesto da Ivass e ha preso atto della decisione del presidente Paolo Bedoni di lasciare il comitato nomine.

I lavori proseguiranno in un consiglio ordinario fissato per giovedì prossimo, dice una fonte vicina alla situazione.

In un'intervista di sabato scorso al Corriere della Sera, lo stesso presidente di lungo corso della compagnia assicurativa ha detto che lascerà il gruppo con il rinnovo del board previsto in un'assemblea dopo l'1 aprile, quando sarà operativa la trasformazione in Spa approvata dai soci la scorsa estate.

Tra le partite ancora aperte e su cui il Cda è al lavoro vi è anche la richiesta di Banco Bpm di esercitare l'opzione per rilevare le quote di Cattolica nelle joint venture di bancassicurazione che ha aperto uno scontro legale tra le due società.

Il gruppo guidato da Giuseppe Castagna ritiene di averne titolo a causa del cambio di controllo sulla compagnia a seguito dell'operazione societaria con Generali, ma la posizione è considerata da Cattolica priva di fondamento.

Nell'intervista Bedoni ha detto che le due società stanno dialogando per tentare un accordo ma si andrà a un arbitrato se non si trova una soluzione tempestivamente.

(Andrea Mandalà, in redazione a Milano Gianluca Semeraro)