MILANO (MF-DJ)--L'inflazione si vede poco o nulla, ma incute già timore. A gennaio in area euro era allo 0,9%, negli Usa all'1,4%, distanti dal 2% atteso da Bce e Fed.

All'asta del nuovo Btp decennale martedì 16 febbraio, spiega Milano Finanza, gli investitori avevano prenotato 110 miliardi di euro per questa prima emissione del governo Draghi, un record storico, ma nel pomeriggio metà delle richieste è stata ritirata a causa di una vendita improvvisa del Treasury americano, passato dall'1,01% di rendimento del 25 gennaio scorso all'1,33% del 18 febbraio, con un rialzo in poche settimane di 32 punti base proprio per timore di un riaffacciarsi dell'inflazione. E quindi, in prospettiva, di un rialzo dei tassi. I mercati ne hanno sofferto in tutto il mondo, soggetti la scorsa settimana a una forte volatilità. Gli investitori ora temono che il T bond decennale arrivi in maniera veloce a un rendimento dell'1,5% (di conseguenza il prezzo scende), livello che potrebbe contagiare i mercati azionari innescando una correzione che gli analisti stimano fra il 5 e il 10%. I mercati hanno paura di una fiammata dei prezzi negli Usa in previsione dell'arrivo di un piano massiccio di stimoli da parte dell'amministrazione Biden per 1.900 miliardi di dollari. Un segnale chiaro arriva dalle materie prime, basti pensare per esempio che l'Etc SocGen Oil è cresciuto del 29,6% da inizio 2020, mentre WisdomTree Physical Platinum ha fatto un balzo del 21,68%, Wisdomtree Corn (grano) ha guadagnato il 19,9%, l'XTracker sull'argento è balzato del 45,9% e il fondo Wisdomtree Copper (rame) del 31,2%.

Nel frattempo il bilancio delle banche centrali dallo scoppio del Covid si è molto gonfiato: quello della Bce è passato da 4.600 miliardi di dollari a 7.000 miliardi; la Fed, che invece aveva 5.700 miliardi di dollari in portafoglio a inizio 2020, oggi ne ha circa 7.500. Inoltre le aspettative sull'inflazione a cinque anni sono passate dai mesi bui del Covid dallo 0,7% al 2,4% in area dollaro all'1,3% in area euro. «L'inflazione va posta in relazione non solo alla massa monetaria ma anche a velocità di circolazione della moneta», avverte Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos. «Dipende se le banche prestano i soldi e se le persone risparmiano di più e magari spendono meno: in questi casi la velocità cala». Ora se usciamo dal Covid «quanto di questo risparmio accumulato dalle famiglie sarà speso?», si chiede Fugnoli. «I comportamenti non cambiano in maniera veloce, sono lenti, il tasso di risparmio dovrebbe restare più alto rispetto ai livelli pre-pandemia». L'inflazione richiede poi molti anni per aumentare forza, sottolinea Fugnoli, e «di solito interviene uno shock, negli anni 70 fu il petrolio. siamo poi ancora lontani almeno due anni dalla piena occupazione, che potrebbe in teoria mettere in moto l'inflazione salariale». Bisogna anche tener conto che «le banche centrali vedono un po' di inflazione in maniera positiva, avendo un effetto calmierante sul debito, che è salito a 3,5 volte il pil globale», riprende Fugnoli.

red/lab

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2208:03 feb 2021

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