MILANO (MF-DJ)--Basteranno i 515 miliardi di dollari stanziati dalle case per l'inversione elettrica dell'auto? Oltre 60 Paesi hanno proposto o approvato un bando alle vetture diesel e benzina e 12 costruttori hanno promesso la loro uscita di produzione.
Su tempi e modi della svolta, scrive Milano Finanza, esistono però divergenze fra autorità e costruttori nonché all'interno delle due compagini. L'Unione Europea spinge per il 2035. Alcuni governi membri chiedono di accelerare, altri esigono una dilazione l'inclusione di biocarburanti o motori termici a bassa emissione. Negli Usa si va dal 2030 al 2050 a seconda degli Stati. Nel dibattito ha fatto irruzione in settimana Carlos Tavares, lanciando un allarme sul cortocircuito elettrico. Secondo il ceo di Stellantis, i ritmi pretesi da regolatori e mercato sono insostenibili perché comportano costi «oltre i limiti» minacciando non solo l'occupazione di settore ma addirittura la sopravvivenza stessa dei costruttori.
Stellantis N.V. figura tra i principali costruttori automobilistici mondiali. L'attività del gruppo è organizzata essenzialmente attorno a 4 poli :
- vendita di autovetture e veicoli commerciali: marchi Abarth, Alfa Romeo, Chrysler, Citroën, Dodge, Fiat, Jeep, Lancia, Maserati, Opel, Peugeot, Ram, Vauxhall, Free2move e Leasys;
- vendita di veicoli di lusso : marchi Maserati e DS Automobiles;
- vendita di attrezzature automobilistiche: sistemi interni, sedili auto, esterni auto, sistemi di controllo delle emissioni, ecc. ;
- altro: finanziamento delle vendite (acquisto, noleggio, leasing, ecc.), servizi assistenza post-vendita, ecc.
La ripartizione geografica del fatturato è la seguente: Paesi Bassi (0,8%), Nord America (46,7%), Francia (9,5%), Brasile (7,3%), Italia (6,2%), Germania (5,5%), Regno Unito (4,4%), Cina (0,6%) e altri paesi (19%).